Non c’è spazio per i nuovi architetti, non ci sono soldi per pagarli e per costruire case, insomma dire che il nostro futuro sembra alquanto incerto è un eufemismo. Eppure nonostante questa dose di negatività che ci investe quotidianamente, un modo per sfuggirla c’è, pensando a soluzioni che possano ridurre le spese e siano al passo con i tempi. Ciò può avvenire sfruttando le nuove tecnologie e i nuovi prodotti del mercato che contribuiscano a ridurre i prezzi, che siano utilizzabili in maniera globale e il più possibile ecologici. Perciò basso costo, globalizzazione e ecosostenibilità devono diventare un punto fisso nel metodo progettuale dei futuri architetti.
È su questi tre punti che il lungimirante architetto Furio Barzon ha deciso di fondare un progetto nuovo e intelligente, la Green Prefab cioè una piattaforma web collaborativa, che conta fra i suoi iscritti ben 18 000 architetti, la quale consente di progettare e costruire edifici prefabbricati e ecosostenibili attraverso un “collaboratorio” e il cui scopo è quello di cercare collaboratori in tutto il mondo per influenzare scenari fondamentali che si ripercuotono sulla società. Grazie a questo collaboratorio ogni architetto cerca di risolvere le esigenze del committente progettando attraverso l’utilizzo di software BIM, che differentemente da AutoCAD, danno anche una definizione oggettiva al prodotto. Il committente poi sceglierà fra le varie proposte quella che più soddisfa le sue esigenze, che sarà realizzata utilizzando materiali prefabbricati, che consentono di migliorare le costruzioni e di abbassare i prezzi, e che siano ecosostenibili, quindi non danneggino ulteriormente un pianeta già notevolmente deteriorato.
Da notare l’importanza svolta dall’utilizzo dell’informatica e in particolare del web 2.0, che per sua caratteristica principale richiede la partecipazione attiva degli utenti, i veri protagonisti della rivoluzione digitale, come dice Natalino Bonazza, è proprio la partecipazione attiva degli architetti infatti la base di questo “collaboratorio”, inoltre se non fosse per il web, sarebbe molto più complicato instaurare questi rapporti internazionali necessari e fondamentali che agevolano uno sviluppo e una crescita in campo architettonico.
Si può affermare ormai che l’architettura non può più prescindere dall’informatica e che se sappiamo sfruttare al meglio questo bene prezioso, abbinato al prefabbricato e all’ ecosostenibilità, potremmo non solo competere al meglio come progettisti a livello mondiale, ma anche dissipare finalmente l’angoscia della crisi che grava sulla nostra società da troppo tempo.
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