domenica 27 marzo 2011

Mattia Reggio 270984

Quali scenari si apriranno dinanzi ai giovani studenti di architettura che di lì a poco entreranno nel mondo del lavoro? Che prospettive avranno, dato che si scontreranno con un mercato in continua evoluzione in cui non basterà loro esser bravi compositori ma dovranno interagire con le nuove tecnologie, una tra queste il web 2.0 fatto di interazione e social network o, perché no, il futuro 3.0?

Il panorama dell’architettura contemporanea ci impone una nuova visione del costruire: ‘impone’, proprio perché la società non può più permettersi di fabbricare edifici senza pensare all’impatto ambientale che ha questa enorme ‘macchina’, che ogni giorno utilizza più del 35% delle energie non rinnovabili presenti sul territorio. Per questo motivo, alle nuove generazioni di professionisti sono richieste competenze che vanno al di là della ‘semplice’ composizione architettonica, della forma dell’edificio, del suo apparire o della sua efficacia strutturale; ad essi, infatti, viene domandato di costruire all’interno di uno scenario globale in cui i prodotti dovranno costare meno ma anche consumare meno. Quali soluzioni adottare quindi per produrre dell’architettura sostenibile ed efficiente (green building)?

Alcune delle soluzioni possibili sono l’utilizzo di prodotti riciclati, la filosofia del risparmio energetico, l’impiego di materiali artificiali ecocompatibili o l’adozione di uno stile di vita diverso. Fondamentale potrebbe essere l’apporto che darebbe il trasferimento tecnologico dal mondo dell’auto e dell’industria, al mondo delle costruzioni. Tutte queste soluzioni appena elencate, tuttavia, passeranno attraverso la rivoluzione digitale: da diversi anni a questa parte esistono software di disegno digitale CAD che consentono di disegnare edifici, strutture, ma solamente da 2 o 3 anni sono comparse delle applicazioni BIM accessibili (Building Information Modeling), in grado di disegnare muri con prestazioni, caratteristiche, permettendo perciò un controllo diretto sulle interazioni tra i vari elementi che compongono un edificio. Questi software consentono di seguire tutto il processo di costruzione di un fabbricato, dalla progettazione strutturale all’impiantistica, sino al calcolo delle performance energetiche, quindi della sostenibilità ed efficienza.

Collaboratorio, struttura di respiro internazionale, con sede al VEGA (il Parco Scientifico Tecnologico di Venezia), diretta dall’Arch. Furio Barzon, «formata da imprenditori innovativi, architetti, ingegneri, ricercatori universitari, industriali, real estate, esperti di comunicazione, di diversa formazione e provenienza, uniti nell’interesse di trovare modelli sostenibili per l’architettura contemporanea», ha fatto propri i concetti di ecosostenibilità, efficienza, green building, per sviluppare Green Prefab, «la piattaforma collaborativa italiana dedicata alla realizzazione di edifici ecologici e sostenibili», presente anche su Facebook. Il fine di questa struttura collaborativa è quello di unire tutti i professionisti che si occupano di un determinato progetto in un’unica piattaforma comune, che vada dall’architetto che delinea le forme dell’edificio all’ingegnere che ne verifica le prestazioni, dagli ordinativi dei materiali necessari a costruirlo al monitorarne in tempo reale la costruzione vera e propria. Il tutto in un’ottica di Green Prefab, ovvero di prefabbricazione in serie, di alta qualità e a basso costo.

Lo scenario che va a delinearsi non in un lontano futuro, ma proprio ora - in un tempo di grave crisi economico-finanziaria – è perciò quello in cui l’architetto, anello fondamentale della catena del costruire, dovrà riconsiderare il proprio ruolo alla luce dei nuovi imperativi: ecosostenibilità, efficienza energetica, diminuzione dei costi e dei consumi, utilizzo di piattaforme collaborative grazie all’apporto dell’informatica; il tutto senza perdere ovviamente le prerogative di creatività, qualità e bellezza delle architetture che si andranno a realizzare.

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