martedì 29 marzo 2011

Nicole Sabbadin 270980

“Nel 2003 gli architetti attivi nel mondo risultavano essere complessivamente 1.268.373, mentre, alla stessa data, in Italia, gli iscritti agli Ordini professionali erano 111.063, pari a circa il 9% del totale generale. Più di un terzo di tutti gli architetti dei 15 Paesi della Comunità Europea risultano registrati nel nostro Paese. In Italia opera un architetto ogni 470 abitanti. Il numero di studenti iscritti nelle facoltà di Architettura in Italia è di gran lunga più alto di tutti gli altri Paesi europei, sia in valori assoluti che in rapporto alla popolazione. Nella graduatoria relativa al reddito individuale l’Italia si attesta al 21° posto. Nelle classifiche dei 50 maggiori studi di architettura e dei 50 più importanti gruppi di consulenza in ingegneria e architettura l’Italia non è presente.”

Secondo l’articolo de “Il giornale dell’architettura”, riportato qui sopra in breve, in Italia la figura dell’architetto abbonda ma, nonostante ciò, fatica ad inserirsi in un contesto internazionale. Le ragioni di tale insuccesso vanno ricondotte a metodi organizzativi e gestionali obsoleti. Infatti, la mancanza dell’applicazione nei contesti lavorativi di piattaforme web comporta la difficoltà, da parte dei singoli studi, di focalizzarsi sulle esigenze della collettività. Lo sviluppo di una “coscienza digitale” potrebbe essere una soluzione a tutto ciò. Sviluppare una “coscienza digitale” significa aprire la mente a nuovi modi di comunicare per poter sfruttare al meglio e, prima degli altri, tutte le applicazioni che abbiamo a disposizione. Sviluppare una “coscienza digitale” significa, anche, essere consapevoli che partecipare alle community e ai social network in modo intelligente e ,quindi, attivo permette di far conoscere desideri e passioni del singolo individuo, ma, pur sempre, relazionato all’intera società. Perciò, secondo un processo induttivo, dall’utilizzo del web 2.0 possono emergere i bisogni e le problematiche che accomunano l’intero pianeta. La “coscienza digitale” deve essere pensata come un’attitudine che può giovare in primis agli utenti ma anche alle aziende e agli studi di architettura, nel nostro caso. Questi ultimi, infatti, possono sfruttare portali competenti per cercare di promuovere progetti che favoriscano il lavoro di gruppo e la collaborazione tra i diversi settori industriali. Un tale metodo lavorativo, proprio perché basato sull’integrazione di più campi del sapere, facilita la previsione di quelle che saranno le esigenze globali future. Un esempio di portale competente nel campo architettonico è www.architecture.it. Il sito è prodotto da Collaboratorio (cioè laboratorio di collaborazione, è una società italiana, fondata dall’architetto Furio Barzon, che si occupa di proporre soluzioni innovative nell’ambito architettonico internazionale) ed il suo aggiornamento è quotidiano, dal momento che prevede ogni giorno l’inserimento, da parte di 4 redattori accreditati, di almeno 10 nuove notizie riguardanti le frontiere mondiali più innovative nel campo dell’architettura contemporanea. Uno studio di architettura, però, così come un’azienda, deve anche cercare di instaurare un dialogo critico con il cliente in modo tale da attivare processi di co-creazioni funzionali del prodotto.

In questo contesto l’eco-sostenibilità si inserisce benissimo. Infatti, essa rappresenta il bisogno futuro della collettività che può essere realizzato solo attraverso l’integrazione e la collaborazione dei settori industriali, promossa da un utilizzo attivo e critico del web 2.0. Un progetto che mira alla costruzione di abitazioni a basso impatto ambientale è promosso da Habitech (distretto tecnologico trentino per l’energia e l’ambiente). I cardini attorno ai quali ruota il progetto consistono nella valorizzazione dell’intera filiera degli edifici di legno e nella creazione di un modello competitivo aperto che possa interagire con gli altri sistemi per l’edilizia in legno.

Anche i più moderni sistemi di prefabbricazione possono costituire un notevole passo avanti per quel che concerne il settore edilizio e industriale. Prefab update, a questo proposito, è un sito dedicato al mondo della prefabbricazione contemporanea. PreFab Update riporta notizie ed eventi attinenti al settore, nella convinzione che le tecnologie di prefabbricazione siano sostenibili, efficienti e a buon mercato. In un’era in cui le distanze comunicative sono ormai bandite anche i tempi pratici di costruzione devono essere ridotti. La prefabbricazione, però, non prescinde dall’originalità. Ne è la dimostrazione lampante il Guggenheim Museum di Bilbao ad opera di Frank O. Gehry, il cui rivestimento esterno è costituito da pannelli di titanio, prefabbricati nonostante avessero dimensioni e curvature molto diverse e realizzati con i più moderni software di progettazione e di calcolo. I sistemi cad, infatti, permettono di progettare su “livelli distinti” la pianta dell’edificio, la rete elettrica, la rete idraulica ecc. Gli strati (layers) sono gestiti con meccanismi che consentono di controllarne la visibilità individuale come se si trattasse di fogli trasparenti sovrapponibili. Funzioni simili rendono possibile l’ideazione di un progetto completo, il master model, che contribuisce a favorire la collaborazione del settore ingegneristico, architettonico e industriale.

Senza tali premesse, uno studio che lavora individualmente, privandosi del continuo scambio di idee con gli altri studi di architettura, ammesso che sia in grado di capire quali siano i veri bisogni della società, non sarebbe in grado di realizzarli in termini pratici. Questo è il motivo per cui gli architetti italiani devono sviluppare, in tempi possibilmente fulminei, una “coscienza digitale”. L’accesso ai mercati dipende dalla capacità di modernizzazione dei sistemi organizzativi, dalle dotazioni tecnologiche e dal know how professionale. Pertanto, Green Prefab (un progetto promosso da Collaboratorio per il settore della prefabbricazione che mira a produrre edifici sostenibili per costo e prestazioni, utilizzando strumenti software collaborativi e basandosi su un modello industriale di produzione) può essere considerato il modello da seguire in futuro, dal momento che unisce alla prefabbricazione la sostenibilità, alla produzione industriale la collaborazione virtuale.

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