lunedì 28 marzo 2011

Chiara Paola Andrich 270982

Niente di più ontologicamente opposto: l’ambiente, quanto di più naturale, inteso come il primo e semplice insieme di esseri viventi e cose inanimate che costituiscono l’universo; la tecnologia, quanto di più artificiale, intesa come elaborazione e progresso avvenuti grazie all’uomo. L’uomo, quindi, diventa l’elemento di unione tra i due e, come tale, deve essere in grado di congiungerli in armonia. Architettura, ambiente e tecnologia uniti in un unico trinomio inscindibile. Nella seconda metà del ‘900 il progresso era inteso in un’ottica puramente tecnologica che creava un’antitesi tra ambiente e tecnologia, ora invece, si cerca di coniugare la tecnologia con il rispetto dell’ambiente.

L’architetto nel “flusso continuo di comunicazione” (N. Bonazza) deve sempre mantenere la posizione e l’entusiasmo della ricerca; il suo obiettivo principale deve diventare quello di progettare rispettando l’ambiente e sfruttando la tecnologia. Uno dei principali obiettivi di Green Prefab attraverso una piattaforma collaborativa, è quello di offrire la possibilità a tutti coloro che partecipano al progetto e fanno parte della sua realizzazione, di dare forma a “ecological and affordable buildings”. Il classico disegno realizzato dall’architetto viene sostituito da un master model cioè un modello informatico che governerà tutta la catena di realizzazione dell’edificio in grado di fornire sia calcoli ingegneristici strutturali sia informazioni sulle prestazioni energetiche. Al master model partecipano tutti coloro che hanno seguito il progetto e tutti possono accedere alle informazioni -aggiornate in tempo reale- sulla crescita dell’edificio. È significativo ricordare quanto l’uomo incida sull’inquinamento: il 35% delle risorse non rinnovabili del pianeta è consumato dal mondo delle costruzioni. Green Prefab vuole trovare delle soluzioni che passano per il mondo digitale e sensibilizzare la clientela ad utilizzare prodotti riciclabili, a fare attenzione al risparmio energetico per permettere un’interazione sana con l’ambiente di costruzione. Si creano così, degli edifici dei quali si conoscono le prestazioni sia in termini ambientali che in termini economici. Il nuovo mercato, dunque, è costituito dai green buildings, cioè edifici ecosostenibili e ecocompatibili che hanno ottenuto una certificazione dall’ente L.E.E.D. (Leadership in Energy and Environmental Design). Un atteggiamento quindi ecologicamente corretto nei confronti dell’ambiente che permetta un’interazione positiva tra uomo, natura e architettura mediante i nuovi strumenti offerti dalla tecnologia e dall’informatica, diventa il nuovo obiettivo. Un punto su cui soffermare l’attenzione è l’auspicabile realizzazione di case passive, abitazioni energicamente autosufficienti che non consumano energia, in cui la somma degli apporti passivi di calore provenienti dall’irraggiamento solare trasmesso dalle finestre, dal calore presente nel terreno e dal calore generato internamente all’edificio -sia da elettrodomestici che dagli occupanti stessi- sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda, rendendo superfluo un impianto di riscaldamento tradizionale.

È importante non sfruttare lo studio della natura per modificarne i meccanismi, ma usarlo per imparare quale sia il modus vivendi più calzante per l'uomo all'interno dell'universo e per l’universo che lo ospita: non più conoscere la natura per cambiarne il corso, ma conoscerla per cambiarsi. Fare secondo natura.

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