mercoledì 23 marzo 2011

Claudia Chimento 269021

Gli scenari digitali

La figura dell’architetto si lega strettamente all’epoca storica in cui egli nasce e opera. Ogni epoca storica comporta necessità e richieste diverse, che prendono forma in base a dei fattori: la società e la cultura, l’ambiente e il mercato.

l’architetto, nel periodo che inizia qualche decennio fa e che dura fino ad oggi, si trova di fronte ad una crisi culturale.
Con il termine cultura si vogliono indicare tutti i mezzi con cui l’uomo affina e sviluppa le molteplici capacità della sua anima e del suo corpo.
La crisi del mondo contemporaneo (come afferma Renato Rizzi) è una crisi dovuta alla mancanza di connessione tra tempo attuale e tempo originario, dove per origine non si intende un passato remoto, ma si intende ciò che mette in relazione i due estremi più ampi di tutta la storia, ossia il passato e il futuro.
La cultura contemporanea è una cultura tecnico-scientifica che si fonda sul concetto essenziale dell’isolamento delle cose. La tecnica e la scienza possono produrre ma ciò che viene prodotto viene gettato nel mondo, e questi prodotti non hanno relazione tra loro.
Il progettista è colui che non ha alcun limite. La tecnica e la scienza sono quei saperi che tentano di togliere i limiti, ma togliendo i limiti recidono le relazioni.
Dunque il progetto tecnico scientifico nella cultura contemporanea non ha alcuna visione di mondo, di società, di valore.

L’architettura in generale è, personalmente, la miglior sintesi tra cultura umanistica e scientifica.
Per poter superare una crisi di tale portata l’architetto deve saper cogliere le possibilità che ci vengono offerte dal evolversi della storia dell’uomo.

Ma se questa crisi della cultura, l’architetto si trova di fronte, fosse arrivata ad una svolta? Se la soluzione alla recisione delle relazioni tra le cose si trovasse nel nostro quotidiano, e più precisamente nel digitale?

È nata da poco una cultura digitale, e noi siamo di fronte ad una rivoluzione.
Nasce il web 2.0. Esso può essere espresso usando la metafora della rete: un intreccio potenzialmente infinito senza inizio nè fine. Al suo interno si moltiplicano i contatti.
Questa rivoluzione è importante perché si crea un ambiente di relazione che esige come ipotesi la ricezione critica, l’interlocuzione intelligente e la responsabilità verso noi stessi e verso il noi costituito dalle connessioni della rete.
Attraverso l’intuizione riconosciamo come il web 2.0 sia una risorsa potente e possa diventare un fatto di cultura. Si distingue dal semplice internet fatto da navigatori, che ora diventano produttori e ricettori di contenuti. È un‘estensione dei sensi che può aprire la porta della conoscenza, ma è anche un ambiente, un’insieme di risorse per poter scambiare conoscenze e ampliare i saperi.

Un primo esempio digitale che rafforza l’idea di questo tipo di web è la Green Prefab
Essa nasce da “Collaboratorio”, una società, un portale, ma ancor meglio una community che nasce per l’architettura. Green Prefab, la sua evoluzione, è un network che cerca nel mondo i migliori attori delle figure che operano nel campo dell’architettura, per poterle inserire all’interno di una piattaforma.
il ruolo dell’architetto si evolve. Il disegno che l’architetto genera diventa master model, modello principale che governerà tutta la catena di produzione dell’edificio e che offro la possibilità di inserire costi, caratteristiche tecniche, tempi, valutazioni di tipo energetico e prestazionale. Un modello non solo di tipo descrittivo, ma un vero e proprio manuale di utilizzo dell’edificio.
Green Prefab vuole trovare soluzioni che passano attraverso la rivoluzione digitale in architettura, comprendendo nel suo progetto rispetto all’ambiente, risparmio energetico, materiali dai comportamenti ecocompatibili, stili di vita nuovi e interazioni nuovi con l’ambiente costruito.
Gli Architetti di oggi e del domani hanno la possibilità di aderire a questa rivoluzione culturale e di essere attori attivi e non semplici spettatori passivi. You tube, produci te stesso.

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