martedì 12 aprile 2011

Francesco Mascherin 268881

Nel corso degli ultimi anni l’architetto ha visto la propria figura professionale modificarsi in maniera radicale.

L’avvento delle nuove tecnologie ha stravolto il panorama e l’idea concettuale che sta alla base del lavoro del progettista moderno, portandolo a modificare il proprio modo di pensare, agire e fare architettura.

Ritengo doveroso in questo caso pensare al paese in cui abitiamo: sarebbe un errore mortale infatti per un architetto, accantonare l’attenzione dalla moltitudine di edifici storici, monumenti nazionali che riempiono d’orgoglio il popolo italiano (spesso troppo autocritico ) e che sono motivo di grande prestigio internazionale.

Proprio per questo, il pensiero dell’architetto odierno dovrebbe essere si rivolto al domani, al futuro, cercando tuttavia di fare un’adeguata commistione con il passato , ricordandosi della bravura e della maestria dei “grandi” del passato.

Questo aspetto si ripercuote inevitabilmente con gli strumenti che l’architetto utilizza quotidianamente.

Ben venga l’innovazione tecnologica, che anno dopo anno migliora, potenzia e rende più veloce il modo con cui il progettista rende effettive le proprie idee.

Reputo tuttavia irrinunciabile per un architetto realizzare un progetto che abbracci diverse tipologie di analisi: parallelamente al disegno computerizzato, si dovrebbe a mio avviso recuperare una maggior attitudine al disegno ed allo schizzo a mano libera.

Questi ultimi sono infatti secondo me due caratteristiche peculiari della nostra professione e sono ancora oggi due mezzi indispensabili per un più profondo studio del progetto, soprattutto in fase preliminare, Ѐ inoltre l’atto che da solo identifica la figura dell’architetto; non molti sanno inoltre che i professionisti laureati in architettura sono gli unici che, stando alle direttive dell’Unione Europea, avrebbero la possibilità di attuare una qualsiasi trasformazione ambientale attraverso un progetto.

Ѐ quindi riconosciuta come una professione di prim’ordine, una professione a volte bistrattata dall’opinione pubblica, a causa il più delle volte della stampa generalista e da un’informazione televisiva troppo spesso superficiale, alimentando così i luoghi comuni, figli dell’ignoranza e non di un’adeguata esperienza diretta.

La ricerca nuove tecnologie, quindi, dovrebbe avere sempre dei finanziamenti a disposizione (anche se la realtà odierna non rispecchia le mie parole); il nostro obiettivo oggi e in futuro sarà quello di realizzare edifici funzionali, il più possibile economici e sostenibili, magari integrando nell’edificio delle strutture tecnologiche all’avanguardia, cercando di dare priorità all’efficienza energetica ridurre i consumi, l’impatto ambientale e migliorando il comfort degli abitanti.

Realtà come Green Prefab, già oggi aiutano ad abbattere le distanze, aiutando i vari specialisti a scambiarsi informazioni gli uni con gli altri, dando vita ad una fitta rete di comunicazioni comuni, con la finalità di creare delle strutture sempre più all’avanguardia e al passo con i tempi.

In un periodo nel quale in Italia sono presenti quasi più architetti che in tutto il resto d’Europa, ritengo sia necessario allargare sempre di più le nostre già ampie vedute, cercando, se serve, anche di “reinventarci”, pur cercando di mantenere sempre una nostra identità di architetti.

Luca Ventimiglia 271460

Il ruolo e la professione dell’architetto è quasi sicuramente una delle figure più interessate e trasformate dal forte e rapido sviluppo delle tecnologie informatiche, negli ultimi quindici anni circa.

Con l’avvento del CAD ( è un acronimo di Computer Aided Design, ovvero progettazione assistita dal computer) , la figura dell’architetto , o meglio, il suo approccio alla progettazione, è mutato radicalmente.

Dal ‘’semplice’’ utilizzo della matita e della penna, per operare schizzi, o tavole architettoniche (piante, prospetti, sezioni, assonometrie ecc..) attraverso l’uso del tecnigrafo, si passa alla realizzazione praticamente immediata attraverso l’utilizzo del software sopra citato, che aiuta notevolmente l’abilità, che a mio avviso sta sempre di più diminuendo, di visualizzare graficamente e intuitivamente uno spazio immaginato.

Ormai questi programmi agevolano o forse ‘’standardizzano’’ il modo di progettare un’opera architettonica; ci si lascia forse troppo influenzare dalla particolare velocità di realizzazione tralasciando così un metodo tradizionale del ‘’pensare’’ il proprio soggetto.

Credo tuttavia che queste risorse informatiche siano utili e pratiche, stando attenti ad utilizzarle con la testa, ovvero che siano d’aiuto per rappresentare al meglio un prodotto architettonico precedentemente immaginato e disegnato attraverso le tecniche tradizionali (matita, penne, tecnigrafi, compassi ecc..), senza così essere influenzate dalla semplicità, facilità e immediatezza di rappresentazione attraverso i software CAD.

In questo modo credo che questi software possano essere un valido aiuto per gli architetti d’oggi: facilità e rapidità della rappresentazione di un’idea precedentemente nata e sviluppata e nella realizzazione di un modello che può essere efficacemente adoperato per essere mostrato e compreso da possibili clienti e aziende a cui si presenta il proprio materiale.

I software CAD, quindi, abbreviano radicalmente i tempi di sviluppo di un progetto e ne massimizzano le qualità. Inoltre, una volta creato un modello in tre dimensioni su ambiente CAD, attraverso un programma di grafica 3d, è possibile realizzare e generare un rendering, ovvero una immagine fotorealistica dell’opera che vogliamo rappresentare.

Il rendering non è altro che una immagine digitale simile alla realtà (può apparire come una vera e propria fotografia dal vero ) che parte dalla descrizione degli oggetti tridimensionali (muro, tetto, mobili, alberi ecc..) al loro materiale e colore, dal punto di vista che vogliamo dare, al tipo di illuminazione e la sua intensità e molti altri fattori.

Quest’ultimo modo di rappresentare è efficace per la rappresentazione del ‘’soggetto’’ che stiamo rappresentando ed è sicuramente uno dei modi più efficaci per presentare a un cliente o a una ditta il proprio lavoro.

Mi auguro che con l’avvento di tecnologie sempre migliori e potenti, non si perda tuttavia il vero spirito e modo di pensare dell’architetto, cioè un pensare autonomo e genuino.

DEBORA BILLO 271126

Alla figura professionale dell’architetto viene spesso attribuito come unico scopo quello dell’organizzazione dello spazio e quindi della progettazione o riqualificazione di un immobile e/o di un ambiente. Tuttavia tale definizione risulta alquanto limitativa, poiché la sfera d’azione di questo attore influisce in modo incisivo su molti altri aspetti della vita.


In generale i tre scenari principali su cui un architetto opera sono l’ambiente, la società e il mercato.


Iniziando da uno studio approfondito dell’ambiente è impressionante recepire che il settore delle costruzioni consumi il 35% delle risorse non rinnovabili del pianeta. Una situazione devastante per e non più accettabile. Di conseguenza nasce la necessità per l’architetto di confrontarsi con nuove soluzioni a basso impatto ambientale, come l’uso di energie rinnovabili e di materiali riciclati e/o riciclabili, naturali o artificiali. Negli ultimi anni si è quindi cercato di incentivare e promuovere nuove soluzioni abitative ad impatto zero che però si sono scontrate con un mercato rigido e conservatore. Questa chiusura conduce a notevoli squilibri che non agevolano l’economia mondiale, creando disagi ad una fascia sempre maggiore di popolazione alla quale non viene garantita la possibilità di investimenti immobiliari. Un punto di forza è rappresentato dalla produzione in serie: trasferendo la maggior parte dei processi costruttivi in fabbrica e riservando al cantiere prevalentemente l’attività di assemblaggio, si abbasserebbero notevolmente i costi confermando un’alta qualità del prodotto. Sono pochi i Paesi che hanno investito risorse in nuove tecnologie e materiali, primo tra tutti è la Cina seguita dagli Stati Uniti e successivamente dall’Europa del nord. Questi mercati sono giunti ad un punto di svolta trasmettendo innovazioni tecnologiche di diversi settori al campo delle costruzioni. Tutto ciò porterà ad un rapido mutamento dello stile di vita dell’uomo: si prevede che nel 2050 il 75% della popolazione mondiale vivrà in metropoli, ossia città con più di un milione di abitanti. Si sposta quindi l’attenzione dello spazio vivibile in centri ad alta densità dove varie etnie sono a stretto contatto, costrette al quotidiano confronto.


Ne deriva che la figura dell’architetto deve essere in grado di controllare tutti questi scenari, impegnandosi per ottenere costruzioni ecologicamente sostenibili dalle massime prestazioni, ma dai minimi costi, rispettando le esigenze di una nuova società.


Rivoluzioni quali il web 2.0, programmi cad e “master model” corrono in suo aiuto, agevolando la trasmissione del proprio lavoro agli altri attori del ciclo di vita di un edificio, semplificando e rendendo più efficiente la collaborazione.


Grazie al mondo dell’informatica vengono così a crearsi nuove opportunità lavorative, si sviluppano e si diffondono nuove idee, e l’architetto assume il ruolo di un protagonista che si muove in modo agile e sicuro tra i molteplici contesti innovativi.

Luca Canevarolo 268885

Nell’era delle innovazioni tecnologiche il mondo dell’architettura non poteva fermarsi alla creazione di progetti “semplicemente” disegnati a mano , ma doveva aggiornarsi. Questo avviene grazie ad una specie di rivoluzione e allo sfruttamento dell’ informatica. Grazie a programmi come Autocad e Archicad non solo ci è permesso di progettare, ma ci danno la possibilità di entrare e vedere dentro al progetto ( cose che con il semplice disegno a mano non si poteva fare).

Un altro immenso auto è arrivato da internet, uno strumento molto utile che permette di scambiare sia informazioni che progetti.

Furio Barzon è l’ideatore di Green Prefab, una società che si concentra sulle nuove tendenze dell’architettura contemporanea. Sul sito di questa società si può trovare una banca dati formata sia da progetti che da modelli costruttivi, chiunque può iscriversi gratuitamente.

Questa banca dati è stata creata per dare la possibilità agli architetti di utilizzare questi pacchetti per i vari progetti che intendono presentare ai concorsi che si trovano su questo sito.

In questo modo committente,architetto,ingegnere e fabbricante possono sempre rimanere in contatto durante l’attuazione del progetto.

Su green prefab c’è un gran movimento di prodotti e di progetti, questo permette al committente di avere una vasta possibilità di scelta tra tutti i progetti. Inoltre questo pagina da la possibilità ( attraverso l’invio del progetto a tutti i produttori che hanno elementi in comune con il progetto creato ) ad un committente di avere nel giro di qualche giorno anche una vasta serie di preventivi gratuiti.

Questa società lavora per il futuro, e vedi caso le nazioni che investono di più su questa idea sono le due potenze economiche mondiali Cina e Stati Uniti. La Cina più come produttore di prefabbricati mentre gli USA come investimenti.

Si vogliono creare edifici ecosostenibili ed ecocompatibili ad esempio i green building ( prototipi e pezzi unici di vario tipo, materiale e dimensione )

Non solo si vuole operare nel rispetto dell’ambiente, ma anche per le varie emergenze che si possono creare ( esempio terremoti ) per facilitare le ricostruzioni.

Green prefab vuole creare una catena di produzione per realizzare edifici che costino meno rispetto a quelli tradizionali e che diano qualcosa in più, fino a restituire energia all’ambiente.

L’ Italia dovrebbe appoggiare questo progetto e investire perché sarà il mercato futuro.

Andrea Gambardella 269353

Da sempre nella storia dell’architettura gli interpreti hanno dovuto cimentasi e sottostare ai materiali presenti in loco e alle tecnologie costruttive in loro possesso. Oggi, nel XXI secolo, queste limitazioni si stanno definitivamente assottigliando; l’architetto può infatti avvalersi di strumenti e materiali sempre più sofisticati grazie allo sviluppo settoriale delle varie tappe del progetto e alla sempre più esile distanza che unisce luoghi e mentalità differenti tra loro.
Se il “rimpicciolirsi” del mondo fisico è da individuare nei trasporti che dagli inizi del ‘900 ad oggi son diventati sempre più veloci, l'arricchimento tra le varie colture e la riduzione dei barriere sono da individuare nello strumento del web 2.0.
Internet è in modo particolare i social network hanno permesso in questi ultimi anni di appiattire le distanze e far conoscere persone a migliaia di chilometri di distanza, condividendo foto, filmati, suoni e quindi, in qual senso, ricreare il mondo intero in ogni pc. Prova di questa rivoluzione mentale e culturale che non trova simili nella storia (forse ha dei punti in comune con l’illuminismo’) è l’uso che le nuove generazioni fanno di questo nuovo mezzo; è ancora odierna la sorpresa di come il web ha dato la voce a popolazioni ammutolite dalla censura e in tal senso è stato proposto al nobel per la pace. Nonostante l’enorme portata di questo nuovo strumento è importante ricordare che resta solo una macchina e quindi è sbagliato attribuirgli un’acritica importanza, il web è uno strumento e come tale va usato, gestito e salvaguardato dal rischio di usi imprudenti.
Nell’architettura il web è entrato e sta crescendo di importanza (più o meno come i software di disegno digitale 50anni fa), esempio ne è la Green Prefab fondata da Fufio Barzon che sfruttando una piattaforma digitale crea una comunity globale tra architetti, ingegneri, aziende e committenti. Centrale in questo progetto, che è totalmente gratuito, è l’idea di far interagire le varie figure che ruotano attorno al progetto che attraverso una piattaforma possono incontrasi e trovarsi per interessi in diverse zone del globo e non necessariamente in loco. Quest’esperienza di basa sull’utilizzo del sistema IFC (Industry Foundation Classes) che permette di avere un prodotto digitale molto accurato che può essere manipolato e gestito dalle diverse figure (e relativi diversi software). Obiettivo di questo nuovo modo di vedere l’architettura è quello di aumentare l’efficenza e la qualità delle singole opere facendo interagire per ogni fase la figura più competente, e allo stesso tempo, potendosi basare su aziende che sono specializzate in prefabbricazione e assemblaggio, abbattere i costi di produzione. Green Prefab si pone come mediatore per un mercato globale, attento alla qualità, al prezzo e alla compatibilità con l’ambiente.
L’esperienza di Green Prefab ci indica che in questo nuovo periodo l’architetto perde le vesti di facttotum per acquisire quelle di coordinatore e supervisore del progetto e degli specialisti che vi operano.

Laura Perinelli 269417

Avendo ormai già oltrepassato il primo decennio del 2000, ci sembra normale considerare l’architettura e l’informatica come un binomio, come due cose tra loro connesse. Di solito si pensa all’architettura prettamente come scienza del costruire e l’architetto è visto semplicemente come colui che ha il compito di pensare e di progettare le nostre case, i nostri uffici e tutti quegli edifici che insieme compongono poi le città. Si pensa all’architetto con in mano solo carta e matita. Ma al giorno d’oggi grazie all’informatica e ad internet egli ha a disposizione un’infinità di risorse, che lo avvantaggiano non solo dal punto di vista della progettazione, ma anche dal punto di vista della documentazione, dell’ informazione e dell’interazione con il resto del mondo. Considerando i problemi che derivano dall’azione dell’uomo sull’ambiente, considerando che il settore delle costruzioni consuma il 35% delle risorse non rinnovabili del pianeta e considerando che si stima che nel 2050 il 75% della popolazione mondiale vivrà in metropoli, è importante guardare al futuro con maggiore interesse per un tipo di architettura ecosostenibile, più sensibile nei confronti dell’ambiente. Come si costruisce oggi non è più sostenibile nemmeno per i costi. Green Prefab, fondata da Furio Barzon, è una piattaforma collaborativa, una sorta di rivoluzione digitale in architettura, il cui obiettivo è quello di cercare soluzioni dal punto di vista ambientale ma anche di sfruttare la grande diffusione del web per far interagire i mercati. Un luogo da cui attingere e in cui scambiarsi informazioni e idee. Green Prefab è un nuovo modo di collaborare tra architetti, ingegneri, committenti e tutti coloro che prendono parte al processo della costruzione. All’interno del sistema controllo il ciclo di vita dell’edificio. Si mira inoltre alla produzione prefabbricata, non in cantiere, perché producendo in serie i costi si abbassano e si alza la qualità del prodotto. Grazie a questo sistema inoltre si ha la possibilità di controllare il processo dell’edificio, e capirne precedentemente le prestazioni, l’impatto ambientale e i costi.

Luca Desolei 269213

L’attività del costruire, sin dagli albori del genere umano, è stata un impiego necessario, nonché espressione di tecniche, culture e stili di vita di popoli ed epoche differenti.
La storia dell’architettura ha visto la nascita di molteplici tipologie e tecnologie costruttive che hanno saputo evolversi con il progresso della tecnica o l’impiego di nuovi materiali o mantenersi come modelli inalterati fino ai giorni nostri, al fine di soddisfare dei requisiti richiesti.
Solo nell’ultimo secolo i principali eventi su larga scala, quali i conflitti mondiali e il boom economico del dopoguerra, hanno mutato le condizioni socioeconomiche della popolazione e parallelamente anche le richieste di abitazioni e l’edilizia in generale si sono mosse in differenti direzioni. Al termine della seconda guerra mondiale, in un’Europa devastata, la richiesta di alloggi era prettamente quantitativa, mentre a partire dagli anni settanta, con le migliorate condizioni di vita, ci si è orientati a rispondere prevalentemente ad una domanda qualitativa. Negli ultimi anni ci si preoccupa anche del fattore ambientale, e oltre alle spese necessarie all’edificazione del manufatto si tengono in considerazione anche i costi relativi alla sua gestione termica e più in generale funzionale. E’ una visione del progetto ben più lungimirante e attenta all’impatto ambientale oltre che improntata a rispondere pienamente alle richieste di benessere e gestione economica dell’utenza.
Allo stesso modo anche la tecnica di rappresentazione architettonica si è evoluta per restare al passo con i tempi.
Da qui nasce la necessità dell’impiego di tecniche di disegno architettonico in grado di rappresentare nella maniera più adeguata possibile il progetto, anche in relazione a funzioni prestazionali e strutturali.
Ecco che quindi il disegno digitale si offre perfettamente a tale impiego, garantendo caratteristiche di qualità grafica difficilmente ottenibili con il disegno manuale, oltre che di condivisione del progetto in rete, possibilità di rimaneggiamento, effettuazione di test e calcoli strutturali, nonché possibilità di effettuare preventivi di costi e prestazioni energetiche ponderate.
Proprio dalle potenzialità che offre quello strumento di comunicazione istantanea e globale che è la rete, nasce la community “Green Prefab”, diretta dall’architetto Furio Barzon.
Questa community, con sede a Mestre (VE), raccoglie attorno a sé circa 18.000 architetti si propone di mettere in relazione architetti, committenti, ingegneri e ditte di prefabbricazione, con l’intenzione di promulgare la collaborazione tra le varie figure, annullando le distanze che intercorrono tra di esse e riducendo costi e impatto ambientale, attraverso l’impiego di elementi prefabbricati, estrapolati (su scelta dell’architetto o della committenza) a partire dal Master Model presente in rete.
Green Prefab fa uso del sistema IFC (Industry Foundation Classes), che permette di avere un prodotto digitale molto accurato a totale disposizione delle persone coinvolte, le quali possono modificare direttamente il progetto attraverso i relativi software.
La possibilità di condividere il proprio lavoro sul web, permette un continuo confronto reciproco, utile ai fini progettuali, e la consultazione delle più recenti innovazioni tecniche e tendenze architettoniche; si favorisce inoltre l'interdisciplinarità e la collaborazione tra vari settori.

Matteo Michieletto 271696

La figura dell’architetto è profondamente cambiata nel corso dei secoli. Sembra inevitabile, oggi, pensare all’architettura come pratica completamente disgiunta al campo, sempre in continua evoluzione, dell’informatica, quell’informatica letta sempre più come sostegno necessario e indispensabile ad un’attività che vuole, ai giorni nostri, cambiare linguaggio e adeguarsi ad un mondo lavorativo sempre più aperto e affacciato sulla rete globale. Condivisione di informazioni, rapidità di trasmissione di dati, piattaforme che possano far velocemente veicolare idee su grande scala, ma soprattutto far conoscere nuovi prodotti e progetti ed idee a livello internazionale. Per essere sempre al passo con il mondo che lo circonda l’architetto si deve adattare a queste nuove tecnologie. Negli ultimi anni sono nate diverse piattaforme online che permettono ai vari interessati ovvero architetti, ingegneri, progettisti di tutto il mondo di mettere insieme, integrare le proprie idee e le proprie esperienze ma nello stesso tempo di collaborare tra loro e innovare l’industria delle costruzioni.

A questo proposito interviene Furio Barzon fondatore di Green Prefab con questa nuova piattaforma per il settore delle costruzioni, sistema basatosi su un modello industriale di produzione il cui obiettivo è la produzione di edifici prefabbricati mirati all’ottimizzazione delle risorse che garantiscono minor costo e maggiori prestazioni. Come ben si sa il mondo delle costruzioni consuma circa il 40 % delle risorse non rinnovabili del pianeta e Green Prefab è alla ricerca di soluzioni per migliorare l’architettura in termini di consumo, di materiale e di tempo.

In conclusione agli architetti futuri viene richiesto di lavorare in un palcoscenico mondiale progettando edifici di alta qualità ecosostenibili e ecocompatibili sia per il costo che per la produzione ma allo stesso tempo rispettosi dell’ambiente che ci circonda quindi tenendo conto di questa interazione tra architettura e territorio.

Alberto Dal Bo' 271570

Architettura nel 2011 non significa più soltanto disegnare progettare e restaurare , ma si fa carico di unire alla cultura della progettazione la necessità di potersi confrontare con la globalizzazione e con le diverse culture che questa mette in relazione, così da poter assumere connotazioni più eterogenee e riuscire nel difficile compito di soddisfare chiunque se ne serva.

La cultura di una Architettura moderna basata su principi non più volti soltanto alla durabilità nel tempo del prodotto da realizzare, ma anche alla eco-sostenibilità di ogni materiale utilizzato nella costruzione, al basso impatto ambientale che dovrebbe possedere l’edificio una volta realizzato ed alla garanzia di dar vita ad un’opera che sia il frutto di un pensato sistema di edificazione, snellito di molti passaggi e che coinvolga il diretto interessato nella concretizzazione delle sue necessità. Nasce a tal proposito un nuovo concetto di compravendita e di scambio del lavoro e della merce utilizzata, facendo così entrare in gioco esigenze un tempo non considerate, come la necessità di una rapida comunicazione e la trasparenza nello scambio di informazioni fra le parti, esigenze che stanno alla base dell’innovativo sistema di gestione e commercializzazione dell’architettura immaginato dall’architetto F. Barzon, direttore e fondatore del sistema Green Prefab che si prefigge di affrontare la soluzione di tematiche che occupano l’immaginazione di molti sul futuro dell’Architettura.

Oggi, il carattere della costruzione si dirige sempre più verso una strada composta di nuove tecnologie e nuovi stili di vita, l’introduzione di materiali innovativi e di nuove tecniche di costruzione ed assemblaggio delle opere non sempre però sono di facile gestione e di sicura “salute” per il mondo in cui viviamo, e gli ostacoli che si pongono sulla strada delle nuove generazioni sono proprio generalmente costituiti da inquinamento e costi sempre più vincolanti di realizzazione, sono questi due grandi “mostri” del nostro tempo che vanno affrontati dalla figura del nuovo architetto, e sistemi come Green Prefab cercano proprio di proporre una soluzione alle problematiche legate al tradizionale processo di costruzione attraverso la massiccia introduzione della standardizzazione del processo di costruzione introducendo una sorta di “catena di montaggio” applicata al mondo dell’edilizia, offrendo una vasta gamma di prodotti attraverso i quali fare la propria progettazione, per cui il committente si troverà sempre al centro di un sistema progettuale che unisce sotto un unico scopo diversi settori della realizzazione dell’opera.

Attraverso l’uso di materiali eco-sostenibili e riciclabili possiamo avere l’opportunità di risolvere il gravoso problema dell’inquinamento e assemblando questi materiali in appositi stabilimenti di prefabbricazione abbattere i costi della manodopera in cantiere, la quale in alcuni ambiti richiede molto più tempo di lavorazione e concorre alla consegna un lavoro meno controllato e molto spesso sprovvisto della certificazione appropriata.

Ovviamente il centro della contrattazione svolta attraverso il metodo di progettazione analizzato si basa sull’utilizzo della rete web e delle risorse che questa mette a servizio, con l’obbiettivo di far entrare in contatto Architetti, Ingenieri, impresari edili ed industrie della prefabbricazione con il committente dell’opera e tra loro stessi.

Rimane ovviamente alla base il rapporto personale tra i professionisti ma possiamo dire che venga positivamente aiutato e sostenuto dalle moderne tecnologie.

Silvia Maroso 267572

A che cosa serve l’informatica nel mondo dell’architettura?E’ con questa domanda che Furio Barzon interviene per presentare “Green Prefab”, nodo di rete che dà la possibilità, non solo ad architetti , di aggiornarsi sui modelli sostenibili per l’architettura che nelle riviste si stenta a trovare. Dal disegnare su carta alla macchina che attraverso il disegno digitale rende disponibili modelli in formato BIM a una serie di interlocutori come architetti, ingegneri per eseguire calcoli e responsabili di cantieri per seguire la fase di realizzazione. E’ chiara la differenza del disegno su carta di Scarpa al disegno digitale di Foster un passaggio che stiamo vivendo. Il disegno che l’architetto genera va a diventare il mastermodel, n modello principale che governa tutta la catena di produzione dell’edificio. Furio Barzon fonda “Collaboratorio” (che ha sede nel parco scientifico di Marghera “Vega”) società sulla quale si basano architetti, ingegneri, ricercatori universitari ecc. con l’interesse comune di trovare modelli sostenibili per l’architettura contemporanea. Dall’incubatore Collaboratorio prende vita Green Prefab, network che cerca nel mondo i migliori attori (architetti, ingegneri, costruttori …)per lavorare insieme e coinvolgerli all’interno di questa piattaforma collaborativa. Cosa intende trasformare Green Prefab? Green Prefab intende rivoluzionare il settore delle costruzione secondo scenari globali come l’ambiente, la società, il mercato. Si vuole porre una maggiore attenzione all’ambiente in quanto negli ultimi anni si ha una maggiore consapevolezza di quanto il mondo della costruzione impiega circa il 35% delle risorse naturali e si presentano fenomeni che portano la presenza di grandi agglomerati urbani: le metropoli portano stili di vita diversi ma collegati all’uso frequente del web. Green Prefab cerca soluzioni al mondo delle costruzioni , soluzioni che passano attraverso la rivoluzione digitale in architettura, dal punto di vista ambientale con una nuova sensibilità verso l’ambiente usando prodotti riciclati, maggiore attenzione all’impianto energetico, impiegando anche materiali artificiali ma contemporaneamente eco-compatibili. Il modo di costruire del giorno d’oggi non è più sostenibile per l’ambiente e nemmeno per i costi. Si propongono quindi tre rivoluzioni fondamentali attraverso le quali Green Prefab intende agire trasferendo tecnologie, prodotti, processi da settori industriali verso il settore delle costruzioni, cioè un trasferimento tecnologico che vede prendere dal mondo degli aerei, delle navi , delle automobili ecc. tecnologie, materiali e oggetti da usare nel mondo delle costruzioni e portare tutte queste a convergere sopra il master-model dal quale tutti gli attori della costruzione possono avere informazioni in tempo reale a seconda delle varie fasi di crescita. Il Master-model è un modello superiore, concetto nato dall’architetto e seguito in tutte le sue fasi dalla crescita, dalla sua ingegnerizzazione via via fino allo smantellamento dell’edificio stesso. Il CAD è la prima rivoluzione, lo strumento che vede l’evoluzione da un modello digitale muto (Autocad) a un modello ricco di informazioni (Archicad) che dà la possibilità di esplorare nuove forme che con il disegno cartaceo non si riusciva ad ottenere. Con questo nuovo strumento si può avere un progetto in un nuovo telaio prospettico. In secondo luogo internet si afferma come uno strumento collaborativo per eccezione nel quale si scambiano informazioni sul master-plan nella rete. Digital Production è l’ultima delle tre rivoluzioni, il modello messo online governa tutto il ciclo di vita dell’edificio. Il committente (privato) è il primo degli attori che opera in questa catena seguito dall’architetto e dall’ingegnere, in fine la figura dei pre-fabbricatori, che lavorando in serie creano elementi di cui possono garantire qualità e costi minori. Gli architetti Gehry e Foster possono essere i modelli più importanti che hanno utilizzato la prefabbricazione come nuovo modo di costruire. Green Prefab individua le migliori componenti già prefabbricate e invita chi ne ha prodotto gli elementi ad entrare nel sistema digitalizzando il suo prodotto. Le geometrie del prodotto vengono così introdotte nel database in formato IFC, formato interoperabile, che permette di scambiare informazioni tra la maggior parte dei software BIM ecc.. Database come lego-catalogo del master-model a disposizione degli architetti ingegneri . Tutto questo è un processo complesso che porta un nuovo modello di lavoro con un sistema aperto ed interoperabile.

Marco Boscarin 271130

Ai nostri tempi gli scenari dell’architettura sembrano volgere verso un'altra direzione rispetto a quelli che erano dettati dalle esigenze del passato. Uno degli aspetti che deve essere approfondito e applicato è la sostenibilità dell’edificio. Una struttura, infatti, per essere integrata nell’ambiente circostante lo deve pure rispettare, limitandone quindi la produzione di inquinamento. Questo è possibile rendendo l’involucro edilizio altamente isolato che grazie a ciò diminuisce i costi per il singolo utente e soprattutto riduce fortemente l’inquinamento prodotto dalla combustione dei combustibili richiesti per il riscaldamento. Oltre a ciò è importante che si investa sulle risorse rinnovabili quali l’irraggiamento solare, il vento, l’idroelettrica, le biomasse ecc…

Un altro aspetto importante che riserva uno scenario diverso rispetto al passato per un architetto è internet. Questo strumento si rivela molto importante in quanto possiede la capacità di mettere in comunicazione ed in relazione più utenti a grande distanza. Per un architetto che vive nel nostro tempo è fondamentale che sia in grado di scambiare idee, richiedere e fornire informazioni per garantire la miglior qualità del proprio progetto.

E’ un po’ quello che sta ottenendo Furio Barzon, fondatore di un’azienda che si sta gettando ora nel mercato. Green Prefab, infatti, è una società in rete alla quale collaborano diversi architetti e ingegneri per uno scopo comune: ottenere le migliori prestazioni di un edificio al minimo costo possibile. Questo obbiettivo può essere raggiunto impostando una prefabbricazione degli elementi che andranno a costituire l’edificio, mantenendone comunque le caratteristiche sia meccaniche che termiche. Nel sito http://test.greenprefab.com/, infatti, è messo a disposizione agli architetti un catalogo di “pezzi”, accompagnati dalle proprie specifiche, che verranno usati per la progettazione dell’architettura. L’edificio potrà quindi essere esposto nel sito cosi da poter essere analizzato dagli ingegneri e dove verrà calcolato un preventivo di massima. Ora il committente potrà decidere se approvare il progetto e dare il via alla costruzione. A questo punto le aziende aderenti a Green Prefab inizieranno il processo di prefabbricazione degli elementi che verranno spediti al cantiere per essere assemblati.

Il progetto rivoluzionario di Furio Barzon purtroppo trova un grande blocco in Italia in quanto pochi individui credono e vogliono investire in questa idea. Solamente il Trentino sembra aver a cuore l’economicità e le prestazioni di una costruzione oltre che alla diffusione dell’utilizzo delle risorse rinnovabili al posto dei combustibili fossili.

Un mercato molto interessato a questi temi è la Cina dove si dà molta propensione alla pulizia dell’aria ed inoltre, possedendo il 50% dei cantieri al mondo, è un ottimo rappresentante per esportare questi ideali nel resto del mondo.

Dalia Romano 271495

Se ne sente spesso parlare ma cos’è la bioarchitettura ?

Bioedilizia significa scienza dell’habitat a misura d’uomo, essa rappresenta un concetto nuovo di abitare,progettare e costruire edifici, in modo da limitare l’impatto nell’ambiente.

L’idea di un edilizia ecosostenibile nasce da un progetto nato intorno agli anni 70 in Germania che si è successivamente sviluppato includendo anche principi ecologici.

Essa non riduce in alcun modo il piacere di vivere la propria casa ed ha come obiettivo principale il miglioramento del benessere e della qualità della vita.

· Illuminazione naturale

· Pannelli solari fotovoltaici e termici

· Serre

· Climatizzazione naturale

· Una casa immersa nel verde

· Il risparmio energetico

Tali accorgimenti portano a ridurre l'inquinamento e i consumi/spese senza intaccare le comodità del vivere moderno.

La bioedilizia è quindi una risposta valida alla ricerca di una qualità di vita ormai perduta nella congestione delle città moderne.

Nonostante i costi ,sostanzialmente maggiori, essa consente un vantaggio in termini di benessere e di risparmio in bolletta, oltre ad aumentare il valore patrimoniale dell'immobile.

Un materiale risulta ecosostenibile nel momento in cui esso ha un impatto ambientale minimo riferito all’intero ciclo della sua intera vita; un materiale è tanto più sostenibile quanto minore è l’energia e la produzione di rifiuti necessarie per l’estrazione della materia prima di cui è fatto , per la lavorazione, l’imballaggio, il trasporto e la distribuzione, il suo eventuale riutilizzo o riciclo e per la sua dismissione e il suo smaltimento finale.

Per tutti questi motivi il legno risulta un materiale adatto alla bioedilizia.

Il ministero americano dell’Agricoltura ha deciso di adottare il legno come prodotto principale della bioedilizia e questo sta creando un grande fermento tra i centri dell’America profonda, a lungo trascurati dal progresso economico.

Il governo americano ha dato il via all’ANNO INTERNAZIONALE DELLE FORESTE. Durante questo periodo infatti verranno attuate delle iniziative per valorizzare il legno nelle costruzioni, anche attraverso una massiccia campagna di comunicazione sul tema, puntando soprattutto sulla produzione locale, per impedire che i benefici ambientali derivanti dall’uso del materiale naturale vengano vanificati dalle emissioni prodotte dai trasporti.

Il Binational Sfotwwod Lumber Council, composto da esponenti degli Stati Uniti e del Canada, parla di rinascita in arrivo per i piccoli centri ricchi di materia prima, ma poveri di tecnologia e multinazionali.

Questa scelta apre nuove prospettive alle comunità rurali che forniranno nei prossimi anni la gran parte del legname necessario allo sviluppo di tale progetto di bioedilizia.

Si produrrà in questo modo occupazione, sviluppo delle economie locali e la riduzione delle emissioni inquinanti nell’ambiente.