giovedì 7 aprile 2011

Veronica Zanusso 271638

L’importanza di un architetto non si limita al disegnare e far costruire un edificio, a soddisfare le richieste della committenza; le sue competenze e capacità vanno oltre la “tecnica” se così si può chiamare.
Oltre a questa vi è un insieme di idee e princìpi primi che non si possono ignorare se si vuole pienamente svolgere il compito per cui questa occupazione è concepita, come la ricerca di un’architettura effettivamente degna di essere chiamata tale e non isolata rispetto a quello che la circonda, ma soprattutto la creazione di relazioni nel momento in cui essa deve essere realizzata.
Un esempio di azienda che favorisce questo tipo di interazioni tra gli anelli della catena che lega la concretizzazione di un’architettura è Collaboratorio. Innovators in architecture di Furio Barzon; Collaboratorio è ente privato per le imprese innovative nel settore edile ed ha sede a Venezia presso il VEGA (Venice Gateway for Science and Technology) (ossia VEGA - Parco Scientifico Tecnologico di Venezia).

Quest’impresa fornisce soluzioni ed occasioni per quanto riguarda comunicazione e formazione reciproca, non solo circoscritta al nostro territorio, bensì a livello internazionale e tra tutte le componenti di questo settore.
Al giorno d’oggi la comunicazione è fondamentale, l’interazione con gli altri può favorire una crescita in ogni senso, sia individuale e quindi professionale, ma in particolar modo della quantità e qualità dei progetti che potranno così essere realizzati.

Anche Natalino Bonazza, docente di Estetica Teologica e di Teologia della cultura, docente alla Marcianum di Venezia, sostiene una rivoluzione, specie per quanto concerne la cultura ed il web, ora Web 2.0, in cui avviene uno scambio reciproco: colui che propone è anche quello che riceve, in una sorta di rete, intreccio.
È proprio questo che deve avvenire, oggi ma in particolar modo per il futuro: la ricerca di nuove tecniche per sfruttare al meglio le risorse rinnovabili, la creazione di edifici che siano sì un’opera d’arte ma anche eco ed “economico” compatibili, specie grazie alla produzione in serie e all’esterno del cantiere.

Pertanto, fin dalle ultime generazioni di architetti si dovrebbero promuovere queste ideologie, assumendo come cardine, appunto, l’abolizione dell’affermazione dell’individualismo e dell’alienazione in un certo senso dei singoli soggetti di questo settore e di sviluppare, infine, la capacità di acuire la propria visione ideale e pratica delle questioni, in modo che essa risulti efficace, indispensabile e che permetta di osservare il cuore dei concetti per individuarne l’essenza imprescindibile, affinché ciò che si andrà a realizzare esprima al meglio lo scopo con cui è stato concepito.

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