venerdì 1 aprile 2011

Giulia Terranova 271414

“Bisogna puntare alla standardizzazione per affrontare il problema della perfezione”

Così scrisse Le Corbusier già nel 1923 nel suo libro “Verso Una Architettura” (http://it.wikipedia.org/wiki/Le_Corbusier); in questo testo l’architetto evidenziò quanto l’architettura moderna avesse bisogno di essere rinnovata e depurata da eccessi per diventare nuovamente “a misura d’uomo”. Passati gli anni tale necessità ancora permane in quanto sembra proprio che il “problema della casa non è mai stato posto” (citazione ancora dal testo di Le Corbusier “Verso una Architettura”).

O meglio, potremmo dire che non è stato posto in modo chiaro e conciso fino ad ora. Tre anni or sono, infatti, l’architetto Furio Barzion (https://profiles.google.com/furiobarzon/about) presso il VEGA - Parco Scientifico Tecnologico di Venezia (http://wikimapia.org/12040422/VEGA-Parco-Scientifico-Tecnologico-di-Venezia) ha ideato una piattaforma informatica, in principio chiamata Collaboratorio e oggi denominata Green Prefab (http://test.greenprefab.com/); tale startup ha il compito di risolvere le questioni relative la progettazione architettonica. Interrogandosi su quali siano i reali bisogni di un’abitazione d’oggi, Furio Barzon è giunto a tre soddisfacenti conclusioni:

1-relazionarsi con l’ambiente;

2-rifarsi al “mood” globale;

3-allinearsi alle richieste di mercato.

L’architetto perciò deve adattarsi a queste nuove tendenze e deve imparare ad agire su vasta scala, conoscendo tutte le dinamiche mondiali e i materiali naturali ed ecosostenibili a sua disposizione. Il cantiere del futuro è necessario invece si sviluppi in modo rapido e in linea con le possibilità economiche della società di massa e di mercato. Questi sono perciò gli scenari che condizionano l’operare di architetti e costruttori a noi contemporanei. La soluzione di Furio a tale necessità sta appunto nel organizzare un’ immensa rete (tramite il Web 2.0) che colleghi il lavoro di architetti, ingegneri, tecnici ed industrie. Trovandosi a lavorare uno a fianco all’altro le diverse categorie lavorative potranno produrre in modo rapido fabbricati economici; inoltre confrontandosi continuamente e risolvendo insieme eventuali problemi di percorso potranno “costruire le loro idee”. Una volta ideato il progetto, corretto strutturalmente e richiesti i pezzi, questi giungono direttamente al cantiere, prefabbricati, poco costosi e pronti per un utilizzo senza sprechi. Tale processo, è inoltre facilmente seguito e controllato sia dal committente che dal regista dell’opera. Il mestiere dell’architetto diviene così “alla portata di un click” superando la crisi e allineandosi necessariamente ai costumi del nuovo secolo. I nuovi metodi costruttivi perciò si fondano su una semplice ridefinizione di ruoli e sistemi. Attraverso la prefabbricazione questi consentono di creare figure che diano diletto all’occhio e all’intelletto ma che siano anche economicamente e socialmente sostenibili.

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