lunedì 11 aprile 2011

Chiara Bortolan 269109

Descrivere quali sono gli scenari per un architetto alla luce delle lezioni e in particolare dell’incontro con l’Arch. Furio Barzon. Al giorno d’oggi l’uso dei programmi informatici nel mondo dell’architettura e delle costruzioni è indispensabile. I formati digitali permettono di poter lavorare contemporaneamente in più parti del mondo, di potersi consultare in tempo reale con i vari specialisti che stanno operando al progetto. Di tutto questo si occupa anche “Green Prefab”, azienda startup nel mercato informatico creata da Furio Barzon. Con tre anni di lavoro questo gruppo di collaboratori è riuscito a reperire i più innovativi e prestanti materiali presenti nel mercato globale per creare un database accessibile a tutti i protagonisti della progettazione: dagli architetti e ingegneri ai costruttori grazie a un formato “universale”, ovvero l’ IFC (Industry Foundation Classes) che può essere letto e modificato, migliorando di volta in volta la qualità e la quantità di informazioni, da tutti i programmi digitali coinvolti nella costruzione dell’edificio. Si crea così un facile modo di gestire e reperire i materiali facilitando la vita dell’architetto che in questo modo si può concentrare maggiormente sulla composizione, avendo la sicurezza di utilizzare soluzioni facilmente reperibili dagli ingegneri con cui collabora e qualitativamente competitive. Troverei interessante anche un interazione, come un’area di discussione, dove studenti e giovani professionisti possano confrontarsi in discussioni e scambi di pensiero con professionisti più esperti: secondo la mia opinione sarebbe un buon modo di far coincidere mondo del lavoro e esperienze universitarie così che il salto non sia più un baratro come purtroppo ancora oggi succede. Ci si inoltra così nei pensieri di Natalino Bonazza, che sostiene l’idea del web come un mondo in cui tutti devono contribuire a costruire una comunità interattiva. Il pensiero di questa “linea” che corre, mentre varie strade entrano ed escono da essa arricchendola e “derubandola” al tempo stesso di conoscenze è una visione del mondo culturale molto intrigante, anche se probabilmente richiederebbe un controllo super partes, per una rete di qualità. Per quanto riguarda l’uso dei programmi in architettura credo siano uno strumento utile per far si che tutti possano accedere alla professione: architetti, non più solo artisti, ma grandi pensatori che grazie agli strumenti digitali possono esprimere le loro idee in maniera realistica e comprensibile al mondo. Il controllo che può essere fatto, a livello strutturale soprattutto, raggiunge con questi strumenti livelli quasi di perfezione: si riduce così il margine di errore e si velocizza la collaborazione tra i vari attori del manufatto costruttivo. Citando l’architetto Barzon, un sito come “Green Prefab” può permettere un controllo complessivo dell’edificio, dalla sua progettazione allo smaltimento a ciclo di vita concluso. Mi ha interessata molto il riferimento al trasferimento di tecnologie e processi dal settore industriale a quello costruttivo: chiunque sia del settore avrà sicuramente riportato alla mente “Verso un’architettura” di Le Corbusier, ed è singolare come siano passati tanti anni prima che qualcuno riuscisse a attuare questo processo come è accaduto con Collaboratorio. Resta solo da ricordare come, nonostante la tecnologia sia arrivata a livelli di realismo incredibile, siano sempre la mente e la mano dell’uomo a governare il tutto. Nonostante ci siamo opinioni discordanti, lo stile di un architetto si riconosce anche da un disegno digitale e ciò è permesso dall’evoluzione fatta dai programmi negli ultimi anni, evoluzione senza fine come le possibilità che si prospettano ai progettisti di esplorare nuovi scenari e soluzioni. Come la mente dell’uomo, anche le sue creazioni sono in continua evoluzione.

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