martedì 12 aprile 2011

Silvia Maroso 267572

A che cosa serve l’informatica nel mondo dell’architettura?E’ con questa domanda che Furio Barzon interviene per presentare “Green Prefab”, nodo di rete che dà la possibilità, non solo ad architetti , di aggiornarsi sui modelli sostenibili per l’architettura che nelle riviste si stenta a trovare. Dal disegnare su carta alla macchina che attraverso il disegno digitale rende disponibili modelli in formato BIM a una serie di interlocutori come architetti, ingegneri per eseguire calcoli e responsabili di cantieri per seguire la fase di realizzazione. E’ chiara la differenza del disegno su carta di Scarpa al disegno digitale di Foster un passaggio che stiamo vivendo. Il disegno che l’architetto genera va a diventare il mastermodel, n modello principale che governa tutta la catena di produzione dell’edificio. Furio Barzon fonda “Collaboratorio” (che ha sede nel parco scientifico di Marghera “Vega”) società sulla quale si basano architetti, ingegneri, ricercatori universitari ecc. con l’interesse comune di trovare modelli sostenibili per l’architettura contemporanea. Dall’incubatore Collaboratorio prende vita Green Prefab, network che cerca nel mondo i migliori attori (architetti, ingegneri, costruttori …)per lavorare insieme e coinvolgerli all’interno di questa piattaforma collaborativa. Cosa intende trasformare Green Prefab? Green Prefab intende rivoluzionare il settore delle costruzione secondo scenari globali come l’ambiente, la società, il mercato. Si vuole porre una maggiore attenzione all’ambiente in quanto negli ultimi anni si ha una maggiore consapevolezza di quanto il mondo della costruzione impiega circa il 35% delle risorse naturali e si presentano fenomeni che portano la presenza di grandi agglomerati urbani: le metropoli portano stili di vita diversi ma collegati all’uso frequente del web. Green Prefab cerca soluzioni al mondo delle costruzioni , soluzioni che passano attraverso la rivoluzione digitale in architettura, dal punto di vista ambientale con una nuova sensibilità verso l’ambiente usando prodotti riciclati, maggiore attenzione all’impianto energetico, impiegando anche materiali artificiali ma contemporaneamente eco-compatibili. Il modo di costruire del giorno d’oggi non è più sostenibile per l’ambiente e nemmeno per i costi. Si propongono quindi tre rivoluzioni fondamentali attraverso le quali Green Prefab intende agire trasferendo tecnologie, prodotti, processi da settori industriali verso il settore delle costruzioni, cioè un trasferimento tecnologico che vede prendere dal mondo degli aerei, delle navi , delle automobili ecc. tecnologie, materiali e oggetti da usare nel mondo delle costruzioni e portare tutte queste a convergere sopra il master-model dal quale tutti gli attori della costruzione possono avere informazioni in tempo reale a seconda delle varie fasi di crescita. Il Master-model è un modello superiore, concetto nato dall’architetto e seguito in tutte le sue fasi dalla crescita, dalla sua ingegnerizzazione via via fino allo smantellamento dell’edificio stesso. Il CAD è la prima rivoluzione, lo strumento che vede l’evoluzione da un modello digitale muto (Autocad) a un modello ricco di informazioni (Archicad) che dà la possibilità di esplorare nuove forme che con il disegno cartaceo non si riusciva ad ottenere. Con questo nuovo strumento si può avere un progetto in un nuovo telaio prospettico. In secondo luogo internet si afferma come uno strumento collaborativo per eccezione nel quale si scambiano informazioni sul master-plan nella rete. Digital Production è l’ultima delle tre rivoluzioni, il modello messo online governa tutto il ciclo di vita dell’edificio. Il committente (privato) è il primo degli attori che opera in questa catena seguito dall’architetto e dall’ingegnere, in fine la figura dei pre-fabbricatori, che lavorando in serie creano elementi di cui possono garantire qualità e costi minori. Gli architetti Gehry e Foster possono essere i modelli più importanti che hanno utilizzato la prefabbricazione come nuovo modo di costruire. Green Prefab individua le migliori componenti già prefabbricate e invita chi ne ha prodotto gli elementi ad entrare nel sistema digitalizzando il suo prodotto. Le geometrie del prodotto vengono così introdotte nel database in formato IFC, formato interoperabile, che permette di scambiare informazioni tra la maggior parte dei software BIM ecc.. Database come lego-catalogo del master-model a disposizione degli architetti ingegneri . Tutto questo è un processo complesso che porta un nuovo modello di lavoro con un sistema aperto ed interoperabile.

Nessun commento:

Posta un commento