lunedì 11 aprile 2011

TOMAELLO GIULIA 271013

Su che punti sarà basato lo scenario futuro di un architetto? Riuscire a rispondere a questa domanda non è facile. Lo scenario che ci si presenta davanti agl’occhi quest’oggi è intricato: da un lato vi è la forte crisi del mercato che vede un bilanciamento di potere nel mondo economico – la crescita di stati come la Cina e il progressivo declino dell’economia europea ce lo dimostrano – e dall’altro vi è una forte sensibilizzazione verso alcuni aspetti come l’ambiente e la società. Tutti questi punti sono stati toccati dall’architetto F. Barzon, fondatore del grande progetto di Green Prefab, durante la lezione tenuta allo IUAV. Egli ha dimostrato che le modalità con cui oggi si costruisce nel mondo dell’edilizia non sono più sostenibili, non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico. Infatti pensare che nelle costruzioni vi è un consumo di circa il 35% delle risorse non rinnovabili del nostro pianeta fa riflettere su quanto sia necessaria una forte rivoluzione nel campo edilizio, in modo da riuscire a diminuire i costi di costruzione e a migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Proprio per questo motivo in questi ultimi anni vi è stata una forte sensibilizzazione verso l’ambiente che spinge gli architetti a progettare con prodotti riciclati o riciclabili, con materiali industriali ecocompatibili e a prestare molta attenzione allo studio delle prestazioni energetiche degli edifici. È di questo che si occupa Green Prefab, un progetto in crescita da circa tre anni che promette di cambiare il mondo della produzione edilizia, sviluppatosi non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Esso ha posto i propri punti di forza su tre grandi rivoluzioni: il cad, internet e la digital production. Proprio in questi anni la nostra generazione di architetti sta subendo un forte passaggio per quanto riguarda la progettazione, infatti dal disegno a mano tradizionale basato sulla composizione della forma si è passati alla creazione di un modello digitale che riesca a controllare tutti i processi dell’edificio progettato. Da questo principio è nata l’idea di creare un Master Model, cioè un modello principale che permetta di governare tutta la catena di produzione dell’edificio utilizzando un unico formato IFC che consenta lo scambio di informazioni fra tutti i cad che partecipano al progetto, permettendo loro di aggiungere o modificare informazioni. Questo processo è possibile solo attraverso l’uso del Web 2.0, diventato ormai l’indiscusso protagonista dell’attuale cultura digitale. Come ha dimostrato N. Bonazza in una lezione allo IUAV, la rete è interamente bastata su uno scambio reciproco di informazioni ed è proprio su questo che si basa il “Collaboratorio” creato dall’arch. Barzon. Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, Green Prefab prevede l’uso di pezzi prefabbricati, che permetterà non solo una facilitazione di progettazione da parte dell’architetto – che potrà scambiare informazioni utili con tutti gli altri professionisti attraverso il web – ma anche una forte diminuzione dei costi di costruzione e un grande aumento della qualità e del risparmio energetico dell’edificio progettato.

Tornando quindi alla domanda iniziale, quale sarà il futuro scenario dell’architetto? La risposta sta tutta in due parole: DIGITAL PRODUCTION.

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