sabato 9 aprile 2011

Stefano Bortolato 271725

Se pensiamo al futuro, parole come “Ecosostenibilità”, “Bioarchitettura” o più in generale quello che viene definito come “Green building”, non dovrebbero apparire, allo sguardo attento di un architetto, come qualcosa di nuovo. Ciò che ci si prospetta davanti, ciò che si potrebbe definire lo “scenario” dell’architettura o, come meglio spiegato da Natalino Bonazza, “l’ambiente” stesso di questo ramo sta cambiando, si sta evolvendo alla ricerca di una novità che non porti, come potrebbe sembrare, ad un netto distacco con il passato, ma che permetta di stare al passo con un presente in continuo movimento. Tale presente tuttavia è ancora incatenato ad un mondo dove più del 35% delle risorse non rinnovabili sono consumate dal settore delle costruzioni, dove soluzioni a problemi come l’emissione dei GHG, il consumo energetico o lo stesso costo delle abitazioni, se pur esistenti, non riescono a fare la differenza. Per questo motivo appare ovvio come la ricerca di nuovi materiali, di nuove tecnologie,di nuove “metodologie” sia essenziale per la crescita e lo sviluppo dell’architettura. A questo scopo, negli ultimi anni, sono nate varie piattaforme online che permettono all’architetto, all’ingegnere, al designer di trovare non solo un punto di riferimento per il proprio lavoro, ma anche un vero e proprio “ambiente digitale” dove poter condividere le proprie idee, i propri progetti in modo attivo e collaborare allo stesso tempo allo sviluppo di un prototipo di “libreria interattiva”. Basti pensare a siti web come “Europaconcorsi”, “Archweb”, “Archiportale” e molti altri. Estremamente singolare risulta la piattaforma collaborativa online “Green Prefab”, sviluppata dalla struttura internazionale “Collaboratorio” e dal suo stesso fondatore Furio Barzon. Essa si basa su tre principi fondamentali:

To establish global networks and relationships.

To produce innovative architectures.

To protect the environment.

A tutto ciò si affianca la speranza di poter, in futuro, vivere e lavorare in strutture moderne, ecologiche ed economiche. Questa idea di base è stata sviluppata permettendo, anche con l’ausilio di un database gratuito di particolari costruttivi 3D prodotti dalla stessa comunità, di gestire e controllare l’intero ciclo di produzione dalla progettazione, al collaudo fino alla sua completa realizzazione, creando così un Master Model utilizzabile e modificabile facilmente durante ciascuna fase di lavorazione. Tale innovazione comporta non solo una drastica riduzione dei costi di produzione, ma anche una semplice soluzione al problema dell’ecosostenibilità dell’architettura, poiché permette di scomporre e analizzare la struttura in tutte le sue parti. Tuttavia questo processo è attuabile solo grazie alla presenza di nuove tecnologie come il CAD o il Web 2.0, dove quest’ultimo, se pur definito da Natalino Bonazza “ancora adolescente”, è l’unico mezzo che possa permettere una continua e attiva relazione tra le persone, dove ognuno diventa il produttore di una serie di contenuti. In conclusione lo scenario che ci si prospetta davanti sarà caratterizzato da un continuo sviluppo dell’architettura, che diventerà sempre più un tutt’uno con le nuove tecnologie; ciò nonostante non possiamo sapere se durante questo percorso tale ramo perderà qualcosa di sé o riuscirà ad evolversi rimanendo comunque coerente con ciò che lo ha caratterizzato.

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