martedì 5 aprile 2011

Alessandra Benazzato 270978

La prima riflessione che un architetto deve fare è analizzare il contesto nel quale si troverà ad operare e le esigenze del territorio e della popolazione. A dire il vero questo problema se lo devono porre anche gli studenti per dare una rotta al loro corso di laurea ed inserire nel piano di studi gli esami finalizzati ad orientare la loro preparazione nella prospettiva dell’ambiente nel quale dovranno operare. Per la migliore realizzazione delle opere edilizie ritengo indispensabile la cooperazione tra varie figure professionali, ognuna delle quali specializzata in una parte del lavoro. Ad esempio nella fase di stesura di un progetto un architetto dovrà necessariamente collaborare con gli ingegneri incaricati dei calcoli strutturali; nella fase dell’esecuzione dovrà interagire con i costruttori, con i tecnici specializzati e con gli artigiani incaricati della realizzazione dei vari impianti.

L’architetto Barzon nell’ideare il progetto del Collaboratorio (http://www.collaboratorio.com/ ) ha tenuto conto delle esigenze di vaste categorie di persone e di quelle dell’ambiente, non trascurando il problema dei costi. Ha risposto al problema creando soluzioni innovative che utilizzano materiali che non danneggiano né l’habitat né l’atmosfera ed appagano le richieste dell’utenza. È nata così la piattaforma Green Prefab (http://test.greenprefab.com/ ) , idonea a soddisfare le richieste su vasta scala con materiali di elevata duttilità. Per fare questo ha digitalizzato il prodotto delle piccole imprese e lo ha reso disponibile online in modo che l’utente possa agevolmente utilizzare le strutture esistenti per realizzare la propria opera dell’ingegno. L’utilizzo del sito avviene previa registrazione in forma del tutto gratuita. Ognuno può quindi accedervi per creare un progetto scaricando i singoli elementi. In questo modo è anche facilmente modificabile ed ha sicuramente un costo molto contenuto.

A mio avviso il progetto Green Prefab ha moltissimi lati positivi ( facile adattabilità a qualsiasi esigenza, basso costo, elevata eco compatibilità); il limite è dato dal fatto che le strutture che si realizzano sono tutte similari e pertanto non lo ritengo idoneo a soddisfare esigenze individuali o a consegnare alla storia il nome dell’architetto che firma il progetto.

L’architetto del domani certamente non potrà prescindere dal perfetto utilizzo della tecnologia informatica e dall’interazione con le altre professionalità quindi il nuovo scenario lavorativo vedrà l’affermazione della collaborazione attuata da un team di esperti che punti all’innovazione.

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