venerdì 1 aprile 2011

Giulia Di Summa 270916

E’ evidente come alla figura dell’architetto che opera nel XXI secolo siano richieste competenze differenti rispetto a quelle che erano necessarie, per esempio, all’architetto del XVI secolo. L’architetto contemporaneo, trovandosi a vivere nell’era digitale, deve fare i conti e deve avvalersi, per stare al passo coi tempi e rispondere ad esigenze diverse, dei nuovi strumenti a sua disposizione. Green Prefab, fondata da Furio Barzon, è una piattaforma collaborativa formata da progettisti e ingegneri, con il fine di rivoluzionare il costruire secondo scenari globali e che permette di scambiare informazioni, ma anche progetti. Ciò significa che Green Prefab si concentra sulla digitalizzazione dell’architettura, sull’impiego di materiali riciclati e riciclabili (considerato che, come ha spiegato F. Barzon, il 35% di risorse non rinnovabili è attualmente consumato dal mondo delle costruzioni), sull’impiego di materiali artificiali che abbiano però un comportamento eco-sostenibile. Questa azienda, quindi, pone grande attenzione al problema del rapporto con l’ambiente e, in particolare, dà grande importanza al risparmio energetico. L’architetto, infatti, è una figura che deve fare i conti con i propri tempi e con il mondo nel quale vive, con tutte le problematiche che ne conseguono e, senza dubbio, uno dei grandi problemi attuali è proprio quello legato a queste tematiche. Lo scopo dell’architettura , oggi, è quello di costruire in maniera tale da ridurre i costi ma, allo stesso tempo, da ottenere delle prestazioni più elevate. Complice di ciò è ovviamente l’attuale crisi.
L’architetto contemporaneo possiede mezzi nuovi e potenti. Innanzitutto troviamo il CAD (ArchiCAD, AutoCAD, ecc.) che ha rappresentato una grande rivoluzione: esso permette infatti di esplorare forme e geometrie assolutamente nuove. Troviamo poi Internet, il quale dà la possibilità ai vari professionisti di tenersi in contatto ovunque essi si trovino e di scambiare informazioni e progetti. Tuttavia, il Web 2.0, termine utilizzato per indicare lo stato di evoluzione di Internet, caratterizzato dai social network, dai blog e dai forum, presenta un punto debole, come spiega Natalino Bonazza: essendo un ambiente in cui ognuno è contemporaneamente produttore e recettore di una serie di contenuti, il Web 2.0 pone il problema della credibilità, di una forma di accreditamento, che in questa fase di evoluzione del web non è ancora ben sviluppata.
Insomma, come ha detto Furio Barzon, “dal disegnare, come architetti, sempre di più ci stiamo spostando a controllare una macchina molto più complessa.”

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