martedì 12 aprile 2011

Mauro Gardin 272228

1° Esercitazione

Nel corso dei secoli il lavoro dell’architetto è stato influenzato dai nuovi materiali e tecnologie, basti pensare all’opus caementicium, grazie al quale i Romani riuscirono ad ottenere costruzioni molto più complesse rispetto ai Greci che si basavano sulla pietra come materiale principe. Un altro esempio è l’arco a sesto rialzato, con cui nel periodo gotico arrivarono a costruire altissime cattedrali o il cemento armato e la ghisa, tuttora in uso dal XIX secolo.

Al giorno d’oggi l’architetto si confronta con un nuovo sistema di progettazione alla cui base si trovano tre nuovi mezzi: le geometrie immersive (cad), che creano un tipo di rappresentazione virtuale; internet (web 2.0), luogo di collaborazioni tra progettisti anche di nazionalità differenti; digital production, dove il modello architettonico messo nel web determina il ciclo produttivo dell’edificio, dalla costruzione allo smaltimento. Questi determinano una rivoluzione che va ben oltre all’utilizzo di materiali o scoperte meccaniche, la digitalizzazione immerge il progettista in un nuovo sistema.

Questo viene ottimizzato da aziende come Green Prefab. Fondata da Fufio Barzon, Green Prefab sfrutta una piattaforma digitale, utilizzata come community di architetti, ingegneri, aziende e committenti. Al centro di tutto sta il master model, il progetto digitale proposto da diversi architetti in risposta alle richieste dei differenti acquirenti. Il master modem è utilizzato anche per accordare preventivi e ordini con le aziende, possibile attraverso l’utilizzo del sistema IFC (Industry Foundation Classes), che permette ad ogni fabbrica di digitalizzare il proprio prodotto in maniera estremamente dettagliata; l’architetto lo utilizzerà in fase progettuale e il risultato sarà un elaborato composto da tali elementi.

Green Prefab si pone anche un obiettivo fondamentale, quello di realizzare architetture a prezzi sempre più bassi ma di qualità maggiore, con la consapevolezza della compatibilità con l’ambiente, la sensibilità nei confronti dell’ammassamento della popolazione nelle metropoli e la conoscenza del mercato globale. Tutto ciò è reso possibile dalla produzione di prefabbricati con costi di fabbrica ma con tecnologie e lavorazione migliori, e dalla collaborazione dei migliori tra gli architetti, dove il merito e le abilità prendono il soppravvento su interessi, speculazioni e favoritismi. Prefabbricati in legno sono attualmente commercializzati da varie ditte, quali Ikea o Rubner e altri.

L’architetto acquista dunque una sempre crescente responsabilità nei confronti della società, collaborando con le migliori menti del settore, reduci da percorsi culturali e formativi differenti, con la possibilità di progettare in luoghi differenti,senza sopralluoghi in cantiere.

Nessun commento:

Posta un commento