giovedì 31 marzo 2011

Elena Calafati 271223

Uno stretto legame tra nuove forme espressive e nuovi mezzi tecnici è uno scenario inevitabile per il mondo dell'architettura : nel nuovo scenario la capacità creativa resterà individuale, ma i mezzi tecnici e le conoscenze saranno comuni e condivisi, come effetto delle nuove e straordinarie tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Proprio utilizzando tali mezzi possiamo dare un carattere innovativo alle attività, in questo senso possiamo definire l’informatica fondamento degli scenari futuri, vale a dire un’informatica applicata all’architettura in senso ampio.

Compito dell’architetto è di rispondere alle necessità della committenza, fornire valide soluzioni tenendo presente il valore economico. La ricerca delle soluzioni migliori è facilitata proprio dalla “rivoluzione digitale”. Il trasferimento delle competenze da diversi campi verso il mondo della progettazione architettonica è grandemente facilitato dalle nuove tecnologie, comporta un’ampia condivisione della conoscenza, l’immersione in un nuovo telaio di collaborazione.

La collaborazione nell’architettura è sempre stato un aspetto fondamentale. Basti pensare al lavoro di team che si realizza nei grandi studi, come quelli di Norman Foster o Renzo Piano, che si articolano secondo vari gruppi di partner e associati. La collaborazione e il lavoro di gruppo è ora resa dalla nuove tecnologie della virtualità molto più facile, e tale collaborazione adesso verrà portata ad un livello più esteso e profondo. Ecco, "virtualità" e "collaborazione" sono le parole chiave che governeranno gli scenari dei futuri architetti, che permetteranno la gestione di parametri complessi in funzione di nuove tecnologie come prodotti riciclati e riciclabili, risparmio energetico, materiali ecocompatibili e nuove sperimentazioni in diversi campi.

La dinamica di apprendimento, che si crea a partire da una piattaforma collaborativa basata sulla rete, permette di esplorare lo scenario globale e le sue conseguenti ripercussioni locali. Ne è un esempio il network Greenprefab che rende possibile una comunicazione diretta tra persone, competenze e aziende. Si consideri la possibilità di caricare e scaricare da questo tipo di piattaforme progetti e prodotti, per confrontare le attività e essere in contatto con nuovi partner di ricerca. Come ci ha spiegato L’arch. Furio Barzon, questa è la concezione di un nuovo mercato, che si basa su una piattaforma aperta capace di favorire una nuova industria , incentrata sulle ultime tecnologie, sull’eco-sostenibilità, dove la parola chiave è “affordable”.

Se nel nuovo scenario il punto chiave consiste nel combinare diverse competenze di diversa provenienza, se si tratta di un sistema di input e output, dobbiamo tener presente che all’aumentare delle informazioni dalle quali possiamo attingere, cresce l’importanza della propria formazione per rapportarsi ad esse. In altre parole, diviene fondamentale, in questo contesto, la formazione individuale, la propria cultura e sensibilità che rappresentano il mezzo per individuare nell’infinita e complessa rete, ciò che serve per sviluppare il proprio personale progetto. Sulla base di ciò si può dire che questo tipo di futuro collaborativo non esclude affatto l’inventiva, la creatività, l'originalità, né preclude un iter personale, ma al contrario, rappresenta un’incredibile fonte di potenziamento di questi caratteri così come di incontri con altri campi, dalla tecnologia d’avanguardia al design.

Possiamo affermare che ormai sono a tutti evidenti gli effetti del web 2.0 sul modo di leggere la realtà, così come di intervenire su di essa ed ormai è affermata la potenza di questo strumento. I developer dei network ci forniscono gli strumenti necessari per creare rapporti e collaborazioni, sta a noi saper utilizzare queste piattaforme collaborative per sviluppare la nostra creatività e realizzare i nostri progetti.

Cosimo Marchiori 271001

SCENARI FUTURI DELL'ARCHITETTO

Il computer è ormai tra gli oggetti più presenti nella vita quotidiana di ogni persona e nell’ambito dell’architettura, con l’avvento del disegno CAD, Computer-Aided Drafting, (Graphisoft, Autodesk, ecc.) , i limiti di questa disciplina si sono notevolmente ridotti. Grazie a questo strumento la progettazione diventò più articolata e maggiormente controllabile. Con la nascita del BIM (Building Information Modeling) la collaborazione in rete immediata e la disponibilità di informazioni come costi, materiali, dimensioni all’interno del disegno tecnico avvierà una nuova era delle costruzioni.

Un altro mezzo che determinò un notevole cambiamento nel mondo lavorativo è sicuramente internet, attraverso il quale si crearono le piattaforme digitali (Linkedin, Archiportale, ecc.): nodi virtuali in cui le persone si incontrano e dove avviano un’interazione e condivisione di idee, informazioni e, nel caso dell’architettura, progetti.

Un nodo digitale di fondamentale importanza che facilita questo incontro tra committenti, architetti, ingegneri e intere ditte produttrici, ma anche neo laureati e studenti, è la piattaforma di Green Prefab, fondata nel 2007 dall’architetto Furio Barzon. Barzon sostiene che la piattaforma digitale da lui fondata ha come principale obbiettivo quello di creare un’informatica al servizio dell’architettura. Infatti, attraverso Green Prefab, tematiche delicate come l’ecosostenibilità e accessibilità dell’architettura trovano un punto di discussione estremamente stimolante.

La prima fa riferimento ad un’edilizia che si concentra sul problema dell’inquinamento, della conservazione e protezione dell’ambiente (l’industria edilizia consuma circa il 35% delle risorse naturali non rinnovabili), e sulla quantità di energia risparmiabile nell’arco di vita utile di un determinato involucro edilizio. Tra le numerosissime personalità che si sono concentrate su questo tema sono sicuramente da citare, come principali esponenti italiani, Renzo Piano e Mario Cucinella, come principali stranieri Norman Foster, Shigeru Ban.

Il secondo tema rivolge l’attenzione verso tematiche antropocentriche: la costruzione intesa come mezzo al servizio dell’uomo e delle sue necessità, ma anche delle sue possibilità. Un’architettura che quindi risponda in maniera efficace sia ai criteri di funzionalità sia ai bisogni fisici e spirituali di chi ne è il diretto destinatario d’uso. La scuola iberica è probabilmente la più predisposta attualmente a conferire delle sostanziali risposte alla questione sociale dell’architettura contemporanea; due degli architetti di maggior spicco di questa scuola sono Alvaro Siza e Eduardo Souto De Moura: il loro percorso progettuale si concentra soprattutto nel creare uno spazio su misura d’uomo e che sappia suggestionarlo studiando lo sviluppo della luce nello spazio.

La digitalizzazione del mondo dell’architettura (che ovviamente non è l’unico soggetto a questa vera e propria rivoluzione) fa sì che queste e altre tematiche di importanza cruciale possano trovare nuove idee e nuove proposte per un raggiungimento di obbiettivi di incredibile importanza.

Sicuramente il futuro dell’architettura risiede in questo straordinario mezzo informatico, che è sempre più presente nella nostra vita quotidiana, privata e lavorativa.

Giada Maccari 272179

Architettura sostenibile, architettura verde, architettura ecocompatibile, bioedilizia. Questi

sono alcuni dei temi che spesso vengono citati nell’ambito architettonico e dell’edilizia. Tutte queste sono attività di ricerca che si pongono come obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale e dei consumi energetici di un edificio. Ognuna di questa ha come principali obiettivi lo sfruttamento di nuove tecnologie e nuovi materiali per rendere più efficiente dal punto di vista energetico e ambientale l’edificio e garantendo maggiore benessere abitativo nonché l’aumento del valore dell’immobile.

L’architettura di oggi è principalmente un’architettura di relazioni, non solo tra spazi e oggetti ma anche tra alcuni scenari fondamentali sui quali deve incidere, come la società, il mercato e l’ambiente. In particolare si mira a sviluppare e progettare architetture che rispettino l’ambiente e che abbiano dei costi di produzione più bassi. Ci si prefigge un “futuro green” dove costruire abitare e vivere sarà in armonia con il pianeta e dove architettura e natura si incontrano.

Un esempio di azienda che approfondisce questo tema è Green Prefab la quale permette di realizzare edifici economici ed ecologici. L’approfondimento e l’interesse di molte aziende a questi temi è dovuto al fatto che gli edifici sono i maggiori consumatori di energia. Infatti essi possono assorbire più del 40% del fabbisogno energetico, provocando il 50-60 % dell’inquinamento e consumando spesso un alta percentuale di risorse non rinnovabili causando un progressivo degrado ambientale. L’alto consumo di energia delle nostre case è dovuto all’introduzione di un nuovo stile di vita caratterizzato da un maggiore uso di dispositivi elettronici e che garantiscono un maggiore comfort e qualità di vita.

Poiché riscaldamento, raffreddamento e condizionamento sono le principali cause di dispendio energetico i ricercatori Adamson e Feist hanno lavorato su questi temi elaborando una casa passiva che riesce a consumare fino al 90% in meno di una qualsiasi casa europea. Questa tipologia di abitazione, costruita secondo i criteri del risparmio energetico, si basa sull’utilizzo di nuove tecnologie e materiali per fornire una riduzione dei consumi, un maggiore comfort nonché un maggiore benessere abitativo. La sua realizzazione non prevede complicazioni durante la fase di progettazione poiché esistono software di calcolo che individuano le tipologie di isolamento più adatte. Un esempio di questo software è Phpp2007 Passive House Planning Package. Abbandonando i convenzionali sistemi di riscaldamento (termosifoni caldaia ecc) ci si concentra sul calore solare, degli elettrodomestici e dagli abitanti stessi e si punta su un perfetto isolamento termico. Questa tipologia di costruzione è quindi in grado di riscaldarsi da sola bilanciando le perdite di calore della stagione invernale. Il concetto di casa passiva nasce negli anni ’90 in Svezia ed è già ampiamente diffuso nel nord Europa. Tra questi ricordo l’Austria dove, a partire dal 2015, la casa passiva diventerà lo standard prescritto dalla legge. Esempi di casa passiva in Italia li troviamo solo in Trentino Alto Adige, dove da tempo vi è una grande attenzione a diverse iniziative riguardo l’impatto ambientale e alla sostenibilità come Green Prefab, Habitech che opera per un edilizia sostenibile, la certificazione energetica “casaclima” (obbligatoria dal 2002), l’utilizzo del sistema LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) sviluppato da Green Building Council.

In trentino i rischi sismici o lo sfruttamento dell’energia solare non sono paragonabili ad altre città italiane, ma questa regione rimane una delle poche particolarmente interessata al tema della sostenibilità che è di rilevanza internazionale e sarà un grande tema di discussione nel futuro.

Andrea Brufatto 271153

A partire dal secondo dopoguerra e per i 30 - 40 anni successivi, in tutto il mondo, il ruolo dell'architetto è andato via via sminuendosi in quanto ci si è preoccupati solamente di ricostruire gli edifici distrutti dal conflitto e di fornire le abitazioni necessarie ai cittadini in costante aumento, senza però dare importanza all'architettura che si veniva a creare.

Al committente non interessava il progetto dell'edificio in sé, ma bensì il profitto che poteva ottenere rivendendo l'immobile ad un prezzo maggiore di quello d'acquisto, attuando la cosiddetta speculazione edilizia.

Così facendo oggi si possono "ammirare" le orrende periferie cittadine, ossia un ammasso di condomini, sparsi in maniera del tutto casuale, attorno al centro storico della città di cui fanno parte, costruiti senza il minimo riguardo per i caratteri tipologici degli edifici già esistenti e per l'ambiente che li circonda.

Il compito che deve assumere l'architetto nel futuro, e soprattutto nel futuro più prossimo, è quindi quello di rimediare a questi errori iniziando ad esempio ad utilizzare le nuove tecnologie che gli vengono offerte.

Prima fra tutte è Green Prefab, ossia una piattaforma web collaborativa che consente di progettare e costruire edifici prefabbricati gestendo e controllando l'intero ciclo di progettazione, calcolo, collaudo, produzione, realizzazione e uso di ogni edificio in modo integrato, ponendo tra gli obiettivi principali il risparmio energetico e l'utilizzo di materiali rinnovabili. Consente inoltre di scaricare in modo del tutto gratuito i particolari costruttivi in 3D che compongono l'edificio, particolari così dettagliati da trasformare il progetto in un MasterModel.

Questo innovativo modo di fare architettura aiuterà l'architetto nella progettazione di nuovi edifici, il lavoro sarà più veloce e meno costoso.

L'architetto però dovrà comunque accertarsi che l'inserimento ambientale dell'edificio sia ottimo, non basterà infatti che si costruiscano edifici eco sostenibili, ma anzi bisognerà anche curare l'introduzione dell'edificio nel relativo contesto urbano, un accorgimento al quale, negli ultimi decenni, è stata data spesso poca rilevanza.

Sono convinto quindi che per il futuro vi siano validi scenari, come Green Prefab, dei quali l'architetto si debba servire affinchè possa raggiungere quello che, a mio avviso, è l'obiettivo principale: tornare ad immaginare il domani di tutti cercando di volerlo migliore del nostro presente.

Francesco Carraro 271491

Una costruzione moderna dovrebbe essere sicura ai fruitori ma anche a chi la costruisce, antisismica, funzionale anche per le persone con disabilità, a basso impatto ambientale quindi con una sempre migliore gestione energetica, con dei controlli sui materiali impiegati e facile da smaltire.

Inoltre dovrebbe anche utilizzare vernici e finiture non nocive per la salute, richiedere una manutenzione minima o facilmente effettuabile. Tutto questo è molto lontano da quanto praticato nel mondo reale, in particolare nel nostro Paese che è caratterizzato da elevato abusivismo, microimprenditorialità ed un diffuso “fai da te” incontrollabile.

Sono presenti una miriade di norme recenti che regolano la costruzione degli edifici e il principale vincolo per poterle rispettare è il costo troppo elevato, la community Green Prefab ipotizza una possibile strada di miglioramento complessivo della qualità degli edifici, ma con un consistente contenimento dei costi.

Questa proposta è un vero e proprio cambiamento di scenario nel mondo dell’edilizia che cerca di conciliare il costo della costruzione con la risoluzione dei tre grandi problemi legati a questo settore che sono il problema ambientale, quello sociale e quello economico. La community punta sulla prefabbricazione come metodo per raggiungere i propri obbiettivi.

Nella realtà estremamente parcellizzata dell’edilizia italiana gli imprenditori cercano di avere un immediato risultato economico dopo ogni costruzione, in questo modo alla figura dell’architetto appartiene solo la parte tecnica di questo obiettivo; la componente estetica e funzionale divengono spesso deviazioni concedibili solo all’interno di limitati margini di budget. Le preoccupazioni poi dell’impatto ambientale a lungo termine sono segregate al livello della pura immagine commerciale.

In questo scenario la modernizzazione appare una scelta necessaria ma difficilmente praticabile.

Green Prefab propone un ruolo alternativo dell’architettura in grado di modificare l’intero impianto dell’edilizia. Il presupposto è l’esigenza di rendere ecosostenibili le costruzioni attraverso la disponibilità di tecnologie che divengono disponibili e convenienti solo applicando un’economia di scala.

La soluzione progettuale diventa quindi la condivisione in rete di singole componenti architettoniche modulari e compatibili, la soluzione tecnica quella del prefabbricato a forte ingegnerizzazione. Un sodalizio cioè tra produttori di pezzi costruiti e studi di architettura e ingegneria aderenti.

L’idea è geniale, anche se pesca a piene mani dalle recenti esperienze di e-economy. Ad esempio in ambito informatico stiamo assistendo, a partire dal 2008, ai risultati dell’apertura del mondo del software ai microproduttori delle cosiddette “apps”: in un tempo incredibilmente breve si è creata una rete di idee che ha sviluppato l’imponente disponibilità sul mercato a prezzi inferiori ai 5 € di milioni di applicazioni, con un risultato non solo economico, ma anche sociale, creandosi una vasta comunità che collabora ad obiettivi condivisi. E’ lo stesso paradigma che viene intelligentemente proposto nel campo dell’architettura. Paradigma che aveva avuto i suoi precursori nella collaborazione “linux” e poi in Wikipedia. Parafrasando i sistemi di miglioramento della qualità, lo si potrebbe definire un progetto “lean”, nel senso avanzato dalla Toyota Industries.

L’impressione quindi sull’impianto di Green Prefab è assolutamente positiva, anche per la capacità innovativa. Dobbiamo però anche fare un’analisi un po’ più approfondita di quale può essere il suo impatto reale sul terreno del mondo concreto delle costruzioni. Operazione decisamente complessa e difficile da prevedere. Posso quindi tentare solo alcune considerazioni che ne evidenzino vantaggi e svantaggi potenziali.


Pros:

  • miglioramento della qualità anche con costi minori
  • accelerazione tempi di progettazione
  • condivisione delle migliori idee e realizzazioni architettoniche

Cons:

  • rischio di una tendenza all’omologazione impiegando stereotipi ripetitivi
  • riduzione significativa del numero di studi professionali sul territorio, con il rischio di impoverimento della professione
  • il progetto può determinare la reazione di tante parti che ne verrebbero danneggiate: singoli professionisti e singole imprese

mercoledì 30 marzo 2011

Sabrina Pozzebon 271242

Quali sono gli scenari per un architetto?



A questo quesito ha risposto l’architetto Furio Barzon con la sua lezione del 15 marzo 2011.


Prima di tutto per scenario si intende l’ambiente che fa da sfondo a un avvenimento ma anche il possibile sviluppo di una situazione.


Durante il suo intervento, Barzon, ha riportato la sua esperienza con Green Prefab (di cui ne è presidente), un’azienda che ha come obiettivo la reinvenzione della costruzione in tre ambiti: ambiente, società ed economia.


Secondo me questi sono gli scenari in cui un architetto deve concentrare la sua attenzione.


Dell’ambiente, per esempio, deve sapere che oggi il 35% delle fonti non rinnovabili è impiegata nelle costruzioni, sia in fase di realizzazione che in fase di “vita” dell’edificio. Per questo l’architetto deve avere una nuova sensibilità, con il risparmio energetico e materiali ecocompatibili.


Della società deve studiare e cercare di intuire il suo sviluppo, come l’architetto Barzon, che prevede la concentrazione nel 2050 del 75% della popolazione nelle grandi città (che dovranno comprendere un milione di persone).


A questo proposito, l’architetto oggi è pronto a dirigersi verso questa direzione? Non credo che tutti ne siano capaci! Per questo è necessario un’innovazione di questa figura professionale, così antica ma sempre così mutevole.


L’economia delle costruzione tutt’oggi è ancora basata su una tecnica costruttiva ancora troppo costosa.


Per questo l’economia si dovrebbe basare sempre più sul prefabbricato che trasferisce le tecnologie dell’industria nel mondo delle costruzioni creando degli elementi di alta qualità e che garantiscono costi più bassi.


Per prevedere questo non basta avere solo delle interazioni “provinciali” ma bisogna avere quelle intelligenti, ciò significa trovare uno strumento che sia capace di creare una visione globale del mondo lavorativo.


Già una rivoluzione è stata fatta dall’architetto qualche anno fa con l’integrazione dell’uso del disegno digitale (AutoCAD, ArchiCAD, Revit, …) come strumento di lavoro insieme a internet.


Ma fino adesso sono stati dei strumenti “passivi” cioè dove le singole persone pubblicavano dati senza però rendere possibile una diretta interazione con altre persone.


A questo ha pensato Green Prefab creando una piattaforma collaborativa tra le varie persone che lavorano nelle varie fasi della costruzione di un edificio; dando inizio così a una interazione intelligente.


La piattaforma mettere in relazione: committenti, architetti, ingegneri, aziende di prefabbricazione e imprese costruttrici, dando a tutti i settori una maggiore visibilità e facilità di lavoro.


Questa reciprocità evita enormi perdite di tempo normalmente richiesto nell’iter di una costruzione.


Green Prefab dà al committente la possibilità di avere un scenario dove può avanzare delle richieste e bandire dei concorsi. Dall’altra parte dà la possibilità a qualsiasi architetto di avanzare una proposta utilizzando un programma messo a disposizione da Green Prefab (così da avere univocità) e di creare un progetto utilizzando i materiali prodotti dalle aziende di prefabbricazione che pongono nel database un modellino 3D dei loro prodotti. Questi ultimi vengono utilizzati come dei “lego” per creare il progetto ideato dall’architetto.


Una volta che il committente sceglie il progetto secondo lui più rilevante, quest’ultimo viene spedito a un ingegnere che esegue tutti i calcoli necessari; successivamente viene rispedito all’architetto che eventualmente farà le opportune modifiche.


Il progetto finito viene quindi trasformato in un ordine, che vieni inviato alla ditta produttrice, e spedito alla ditta che successivamente realizzerà la costruzione.


Per il periodo di cantiere è stato creato un calendario che, grazie l’uso di un software, permette di avere un controllo delle varie fasi di creazione dell’edificio e di risolvere i problemi in tempo reale.


Oltre al software è possibile controllare la fase di costruzione anche grazie l’impiego di persone competenti (visto che è un sistema recente).


Questa azienda è sul mercato da poco tempo ma ha già realizzato dei progetti a livello internazionale.


Questa esperienza fa capire come si sta affermando un nuovo scenario per l’architetto: quello digitale.

Sabrina Pozzebon 271242

Quali sono gli scenari per un architetto?



A questo quesito ha risposto l’architetto Furio Barzon con la sua lezione del 15 marzo 2011.


Prima di tutto per scenario si intende l’ambiente che fa da sfondo a un avvenimento ma anche il possibile sviluppo di una situazione.


Durante il suo intervento, Barzon, ha riportato la sua esperienza con Green Prefab (di cui ne è presidente), un’azienda che ha come obiettivo la reinvenzione della costruzione in tre ambiti: ambiente, società ed economia.


Secondo me questi sono gli scenari in cui un architetto deve concentrare la sua attenzione.


Dell’ambiente, per esempio, deve sapere che oggi il 35% delle fonti non rinnovabili è impiegata nelle costruzioni, sia in fase di realizzazione che in fase di “vita” dell’edificio. Per questo l’architetto deve avere una nuova sensibilità, con il risparmio energetico e materiali ecocompatibili.


Della società deve studiare e cercare di intuire il suo sviluppo, come l’architetto Barzon, che prevede la concentrazione nel 2050 del 75% della popolazione nelle grandi città (che dovranno comprendere un milione di persone).


A questo proposito, l’architetto oggi è pronto a dirigersi verso questa direzione? Non credo che tutti ne siano capaci! Per questo è necessario un’innovazione di questa figura professionale, così antica ma sempre così mutevole.


L’economia delle costruzione tutt’oggi è ancora basata su una tecnica costruttiva ancora troppo costosa.


Per questo l’economia si dovrebbe basare sempre più sul prefabbricato che trasferisce le tecnologie dell’industria nel mondo delle costruzioni creando degli elementi di alta qualità e che garantiscono costi più bassi.


Per prevedere questo non basta avere solo delle interazioni “provinciali” ma bisogna avere quelle intelligenti, ciò significa trovare uno strumento che sia capace di creare una visione globale del mondo lavorativo.


Già una rivoluzione è stata fatta dall’architetto qualche anno fa con l’integrazione dell’uso del disegno digitale (AutoCAD, ArchiCAD, Revit, …) come strumento di lavoro insieme a internet.


Ma fino adesso sono stati dei strumenti “passivi” cioè dove le singole persone pubblicavano dati senza però rendere possibile una diretta interazione con altre persone.


A questo ha pensato Green Prefab creando una piattaforma collaborativa tra le varie persone che lavorano nelle varie fasi della costruzione di un edificio; dando inizio così a una interazione intelligente.


La piattaforma mettere in relazione: committenti, architetti, ingegneri, aziende di prefabbricazione e imprese costruttrici, dando a tutti i settori una maggiore visibilità e facilità di lavoro.


Questa reciprocità evita enormi perdite di tempo normalmente richiesto nell’iter di una costruzione.


Green Prefab dà al committente la possibilità di avere un scenario dove può avanzare delle richieste e bandire dei concorsi. Dall’altra parte dà la possibilità a qualsiasi architetto di avanzare una proposta utilizzando un programma messo a disposizione da Green Prefab (così da avere univocità) e di creare un progetto utilizzando i materiali prodotti dalle aziende di prefabbricazione che pongono nel database un modellino 3D dei loro prodotti. Questi ultimi vengono utilizzati come dei “lego” per creare il progetto ideato dall’architetto.


Una volta che il committente sceglie il progetto secondo lui più rilevante, quest’ultimo viene spedito a un ingegnere che esegue tutti i calcoli necessari; successivamente viene rispedito all’architetto che eventualmente farà le opportune modifiche.


Il progetto finito viene quindi trasformato in un ordine, che vieni inviato alla ditta produttrice, e spedito alla ditta che successivamente realizzerà la costruzione.


Per il periodo di cantiere è stato creato un calendario che, grazie l’uso di un software, permette di avere un controllo delle varie fasi di creazione dell’edificio e di risolvere i problemi in tempo reale.


Oltre al software è possibile controllare la fase di costruzione anche grazie l’impiego di persone competenti (visto che è un sistema recente).


Questa azienda è sul mercato da poco tempo ma ha già realizzato dei progetti a livello internazionale.


Questa esperienza fa capire come si sta affermando un nuovo scenario per l’architetto: quello digitale.

Francesca Bortolato 271422

Immaginare una dimensione globale, un ambiente in simbiosi con chi lo abita, costruzioni intelligenti, interattive, create dall’uomo e per l’uomo nel rispetto dell’ecosistema e dei bioritmi naturali. Immaginare un mondo che, grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie possa diventare sinonimo di sostenibilità, funzionalità, integrazione. Immaginarsi cittadini di un universo sicuro, pratico, condiviso.

Oggi è possibile, i nuovi SCENARI con cui l’architettura può e deve relazionarsi permettono all’immaginazione di trasformarsi in realtà, tangibile e a misura d’uomo. Lo strumento privilegiato? Sicuramente la tecnologia digitale. Proprio verso questa direzione è chiamato ad aggiornarsi l’architetto contemporaneo che dispone di mezzi, quali quelli della rappresentazione e modellazione digitale (CAD, BIM), che permettono la creazione virtuale, prima di quella reale, del progetto che sono chiamati a sviluppare. La velocità d’azione, la qualità dell’informazione, il controllo delle problematiche costruttive e delle fasi preparatorie sono alcuni tra i più importanti vantaggi che questa nuova era è in grado di offrire; è possibile una vera e propria simulazione progettuale con cui scoprire e vivere la nuova costruzione prima della sua effettiva realizzazione, conoscendone a priori le prestazioni sia in termini ambientali che economici. Ma non è tutto: è la piattaforma digitale nel suo complesso, sostenuta dal Web e dal Web 2.0, a poter creare un vero e proprio sistema collaborativo in scala globale mirato all’abbattimento delle barriere tra diverse condizioni ambientali, lavorative, politico-sociali, economiche, creando così un tutt’uno collaborante in grado di far fronte alle più diverse esigenze, diminuendo i costi e proponendo nuovi stili di vita. Un investimento che cambia radicalmente il modo d’intendere la professione architetto così che questi possa trascendere la dimensione individuale o al massimo provinciale di cui si sente responsabile, per far parte invece di quell’insieme di forze (commettenti, architetti, ingegneri, fornitori, prefabbricatori) che sinergicamente creano una nuova politica esperta e qualificata nel campo delle costruzioni. L’intelligenza domotica, intesa proprio come quella scienza che applica la tecnologia informatica per il miglioramento degli ambenti domestici, per il controllo del risparmio energetico, della manutenzione, della riduzione dei costi, della sicurezza e del comfort e quindi la creazione di nuove costruzioni completamente green, ecocompatibili e sostenibili con certificazione L.E.E.D., che prevedono perciò l’utilizzo di nuovi materiali naturali, riciclabili ed ecologici, forme di energie rinnovabili per la tutela del nostro fragile ecosistema, sono le mete verso cui orientarsi, l’obiettivo verso cui tendere. Il risultato è un nuovo universo digitale lavorativo di scambio, confronto, controllo, comunicazione; un paradiso virtuale di suggestioni, idee, immagini che continuamente vengono aggiornate, modificate e sviluppate agevolando così la formazione di team lavorativi e la scoperta di nuove risorse e tendenze, diminuendo le difficoltà di relazione tra consumatore e addetti ai lavori ma anche problemi di reperibilità e conoscenza di determinate tecniche e materiali.

In Italia, è Green Prefab a rappresentare un primo esempio di piattaforma virtuale collaborante che amplia la possibilità di coadiuvare le esperienze personali di ogni uomo, di integrarle e amalgamarle, creando così un nuovo metodo con cui pensare, progettare e costruire il futuro.

Alberto Dal Bò 272204

Nel corso dei secoli, ogni aspetto della società si è sviluppato a seconda dei bisogni del momento e tra questi aspetti, troviamo anche l’architettura. Essa al giorno d’oggi, ha assunto un ruolo fondamentale nella nostra società e questo anche grazie alle nuove tecnologie, a loro volta in continuo cambiamento e sempre più presenti all’interno della vita degli esseri umani. L’architetto del futuro infatti, si troverà ad avere a che fare con nuove tecniche come la “nanotecnologia”, http://www.fondazionegeometri.it/pdf/2010/6003_012.pdf oggi ancora poco conosciuta, la quale permetterà di ottenere degli edifici costituiti da materiali molto più resistenti di quelli già conosciuti, creando a loro volta un diverso modo di progettare e pensare l’edilizia. Saranno tecnologie estremamente innovative le quali, oltre a preoccuparsi del recupero e dell’impiego di materiali riciclati o poveri, mirano ad esaltarne le prestazioni intervenendo nella sfera della micro-materia e della micro-dimensione. Questi nuovi elementi diventano fondamentali anche nel rispetto della natura e del nostro pianeta stesso, continuamente ed eccessivamente sfruttato. L’obbiettivo quindi è quello di sfruttare queste tecnologie in modo intelligente, ovvero pensando ad un nuovo futuro per l’ambiente che ora viene poco considerato, studiando materiali che possano assorbire lo smog diminuendo pertanto l’eccessivo inquinamento già presente al giorno d’oggi. Bisognerà aprirsi a nuove innovazioni sfruttando le risorse e le competenze già acquisite in altri settori quali la meccanica, l’automazione, l’elettronica e l’elettrotecnica , consentendo a loro volta una gestione razionale ed intelligente degli elementi architettonici. I nuovi edifici saranno tecnologicamente più avanzati e a prezzi minori perché l’obbiettivo sarà quello di portare il benessere globale ed una vivibilità migliore permettendo, allo stesso tempo, un ciclo di vita degli edifici molto più duraturo nel tempo e senza che determinati agenti atmosferici quale il terremoto possa distruggerli. A tutte queste innovazioni però non poteva di certo mancare Internet, nato già a metà degli anni novanta, grazie al quale gli architetti avranno la possibilità, come sta già iniziando Green Prefab grazie all’architetto F. Barzon, di comunicare tra loro via web da diverse parti del mondo in tempo reale, scambiandosi idee, opinioni, file ma anche collaborando con ingegneri e imprese di costruzione per l’ideazione di nuovi edifici.

Laura Antiga 271217

Nel passato la figura dell’architetto è stata legata alla sua capacità creativa e artistica. Da Brunelleschi in poi i nomi dei più famosi architetti sono stati legati alla grandiosità delle loro opere: chiese, teatri, piazze, dimore principesche ecc. Molto importanti erano la ricchezza, la preziosità dei materiali impiegati, lo studio dei dettagli, la sovrabbondanza di oggetti. Oggi, invece, il ruolo dell’architetto si è modificato e ampliato. Si è venuta sviluppando una funzione ETICA e SOCIALE http://www.vg-hortus.it/index.php?option=com_content&task=view&id=327&Itemid=40 che rappresenta, a mio avviso, il fine più importante dell’architettura. Il centro dell’interesse è ora l’uomo, le sue esigenze e la qualità della sua vita. Come accennato dall’architetto F. Barzon, più del 50 % della popolazione vivrà intorno al 2050 in conglomerati urbani e nelle metropoli, le quali avranno bisogno di un rinnovamento ed un adeguamento non solo ai vari bisogni funzionali, ma dovranno anche rispondere a determinati concetti di benessere e di qualità della vita. L’architettura, quindi, avrà bisogno di guardare all’ERGONOMIA http://it.wikipedia.org/wiki/Ergonomia : la casa, piccola o grande che sia, dovrà essere razionale e funzionale per chi la utilizza, andrà quindi studiata con grande attenzione tenendo presente le esigenze dei singoli, delle coppie, dei bambini ma anche dei portatori di handicap ( insomma a “misura d’uomo”). I materiali utilizzabili dovranno essere riciclabili e biodegradabili. La casa del futuro dovrà essere a costo zero, quindi autonoma per quanto riguarda il consumo elettrico con pannelli fotovoltaici, il riscaldamento e il raffrescamento utilizzando varie tecnologie legate al sole o alla geotermia, alle biomasse, all’isolamento termico, all’esposizione solare ecc. Anche l’aspetto delle città dovrà cambiare con l’aiuto dei futuri architetti. L’ambiente urbano dovrà essere studiato in modo tale che vi sia una riduzione dell’uso di auto private privilegiando i mezzi pubblici. Le piste ciclabili dovranno diventare una scelta obbligatoria, le luci pubbliche dovranno ridurre l’inquinamento luminoso che impedisce oggi di godere nei grossi ma anche nei piccoli centri del cielo stellato. Il rispetto del nostro grande patrimonio architettonico antico, importantissimo per la cultura umana, dovrà imporci il restauro dei centri storici delle nostre città, dove le persone possono ancora vivere in una dimensione molto più umana rispetto agli enormi agglomerati urbani che si estendono in larghezza e in altezza. Come ha spiegato Natalino Bonazza, oltre alla cultura di cui parlavo precedentemente, dovrà esserci anche quella digitale, che grazie anche a Green Prefab, nel futuro diventerà sempre più importante unire le forze e le conoscenze di studi, architetti ed ingegneri che sappiano sviluppare insieme le idee progettuali migliori.

Nicolò Martin 271591

Con l’avvento della digitalizzazione e dell’informatica l’uomo ha cambiato il suo modo di assimilare nozioni e informazioni e ha cambiato soprattutto il modo di comunicare. Questo cambiamento lo chiamerei anche evoluzione della capacità cognitiva dell’uomo il quale oggi ha a disposizione una grande varietà di strumenti per trasferire, condividere e migliorare le proprie conoscenze. Allo stesso modo con cui integriamo le nostre conoscenze si dovrebbe cercare di integrare le tecnologie dell’architettura e delle costruzioni con il mondo dell’informatica, della nanotecnologia, dell’energia, come sostiene Furio Barzon fondatore di una piattaforma collettiva (network) di nome Collaboratorio. Essa raggruppa al suo interno varie figure professionali dall’ingegnere all’esperto in comunicazione, dall’architetto al ricercatore universitario e tutti sono impegnati a ricercare e sviluppare delle soluzioni architettoniche sostenibili per garantire alle prossime generazioni degli standard qualitativi ad alto livello sempre in ambito dell’architettura. Credo che l’innovazione passi proprio attraverso la condivisione e secondo me è questo il binomio per un futuro migliore: condivisione-innovazione non dimenticandosi però della ricerca che è un elemento fondamentale da cui nasce l’innovazione. L’innovazione nel campo dell’architettura passa indubbiamente attraverso la bioedilizia, l’ecosostenibilità e quindi l’architetto dovrà creare e ricercare degli scenari che seguano questi 2 parametri. Grazie appunto a Collaboratorio e a Green Prefab c’è la possibilità di condividere le proprie idee e i propri progetti e anche attingere dal sito vari dati e oggetti utili in formato ifc velocizzando la progettazione . Sicuramente il futuro dell’architettura passa attraverso questi sistemi di condivisione che permettono il confronto e anche la possibilità di risolvere dei problemi comuni dell’ambito architettonico come ad esempio la biocompatibilità degli elementi costruttivi, il rapporto qualità/ prezzo che sia collegato alla possibilità economica dell’acquirente, garantire comodità e qualità della vita sempre maggiore.

Marco Bisetto 270949

Con il passare dei secoli, si è potuto facilmente notare come ci sia stato un radicale cambiamento dell'architettura, delle sue componenti e delle sue numerose facce. Riferendomi ad un periodo tutto sommato vicino ai giorni nostri ('900) si può facilmente ricordare quale fosse l'idea nella mente degli architetti più conosciuti e stimati a livello mondiale. Sicuramente tra i più menzionati e conosciuti è presente Ludwig Mies Van der Rohe che attraverso i suoi motti come ad esempio “less is more” o “skin and bone” rispecchiava i pensieri e le riflessioni riguardanti l'architettura http://it.wikipedia.org/wiki/Ludwig_Mies_van_der_Rohe. Le sue celebri riflessioni rappresentano pienamente il pensiero di quel periodo in cui si ritiene che la bellezza architettonica stia solamente nella semplicità, il meno è più, la semplicità è la forza come diceva Van der Rohe, la struttura doveva essere ridotta all'osso. Però con l'avvento delle grandi tecnologie della fine del XX e l'inizio del XXI secolo poco è rimasto di questo pensiero vergine. Piano piano si è sviluppata un'architettura sempre più colma, carica e complessa, gli edifici iniziano ad arricchirsi di particolari, aumentano i confort e gli oggetti che rendono la vita quotidiana più piacevole e gradevole. Possiamo, semplicemente osservando le nostre abitazioni, notare quanto è presente la tecnologia informatica all'interno di essa e proprio questa in molti casi rappresenta i confort sopracitati. Lo sviluppo ha fatto si che si creasse una casa sempre più comandata e seguita attraverso il pc e l'informatica. Questa è la situazione in cui ci troviamo al momento e probabilmente in un futuro non molto distante, ci sarà una totale computerizzazione del vivere quotidiano. Codesto straordinario sviluppo è stato presentato grazie anche all'intervento dell'architetto Furio Barzon, il quale ha dimostrato come già quotidianamente il web viene utilizzato nelle diverse fasi di sviluppo progettuale prima, e costruttivo poi, di un fabbricato http://test.greenprefab.com/ . Green Prefab è probabilmente il punto più significativo, in quanto rappresenta una svolta per quanto riguarda l'intera progettazione edilizia. Attraverso l'uso dell'informatica si è potuto realizzare un processo progettuale interamente fatto e seguito a distanza, utilizzando come unico mezzo il computer. Probabilmente i primi passi di questo straordinario cambiamento sono già avvenuti e altri stanno per arrivare, la difficoltà sta solo nel far capire alla massa la convenienza di questo sviluppo tecnologico e trovare persone con possibilità economiche per investire sulla ricerca e lo sviluppo di ciò in modo da rendere queste idee più accessibili e ad un prezzo alla portata di tutti.


Costanza Rossi 271762

L'architettura è una manifestazione umana che nasce con l'uomo e con il suo bisogno primordiale di costruirsi un rifugio. I primi esempi di architettura vera e propria nascono con l'unione di tre principali caratteristiche: stabilità, funzionalità e bellezza. Nel tempo sono confluiti tutta una serie di valori, con diversi gradi di intensità, che ne hanno influenzato la storia e la forma: valori funzionali, legati cioè a determinati bisogni dell'individuo e della società; valori simbolici, valori sacri, valori sociali, in relazione ai caratteri e alla configurazione della società.

Progettare oggi non significa più “comporre secondo regole” un edificio ma realizzare, a partire da un'idea, una macchina abitativa complessa perché complesso è il sistema sociale in cui è inserita.

Dal punto di vista economico le tendenze in atto corrispondono ad un incremento generalizzato dei debiti pubblici nei paesi occidentali accompagnato da deficit pubblici elevati, invecchiamento della popolazione, crescite economiche basse. Tutto ciò e’ aggravato in alcuni paesi (USA in testa) da fortissimi deficit commerciali. Dall'altra parte assistiamo ad una crescita esponenziale del peso dei paesi in via di sviluppo, in primo luogo della Cina e degli altri paesi asiatici. Il mondo dell'architettura dovrà quindi aprirsi ai mercati emergenti e allo stesso tempo dovrà cercare soluzioni per costruire a costi meno elevati edifici di qualità maggiore. Dal punto di vista ambientale, è da considerare che il mondo delle costruzioni consuma il 35% delle risorse non rinnovabili quindi è necessario porre grande attenzione al cosiddetto “inquinamento architettonico” promuovendo edifici green ed ecocompatibili.

Dal punto di vista sociale, la nuova architettura dovrà tener conto che nel 2050 il 75% della popolazione mondiale vivrà in metropoli quindi muteranno stili di vita ed esigenze.

Un'altra rivoluzione in atto riguarda il digitale che è ormai guida la trasformazione della società in tutte le sue forme. Le prime tecnologie software per supportare l'attività di disegno tecnico sono state sostituite da modelli digitali ricchi di informazioni che permettono la sperimentazione di nuove forme e geometrie. Inoltre, la nascita del web 2.0 e quindi il passaggio da siti web statici a piattaforme di condivisione e interazione fra utenti, ha cambiato profondamente il modo di comunicare l'architettura. Un esempio di società che sfrutta la grande rivoluzione digitale in atto e che opera cercando di rispondere alla esigenze dei mutati scenari globali si chiama Green prefab, fondata dal giovane architetto Furio Barzon; si tratta di una piattaforma collaborativa che unisce, come in una community, i migliori architetti, ingegneri e le migliori aziende o imprese edili con l'obiettivo di realizzare edifici ecologici, sostenibili, di qualità architettoniche elevate e a costi contenuti. Green prefab propone, in sintesi, un'architettura che incide sulla qualità di vita dell'uomo, non come una semplice questione di stile, ma ponendosi, prima di ogni cosa, una questione etica e di impegno sociale.