sabato 26 marzo 2011

Elena Zanet 271687

Gli scenari digitali che riguardano il mondo dell’architettura sono, come dice Furio Barzon, l’ambiente, la società e l’economia, tre elementi di fondamentale importanza e di cui bisogna tener conto nel momento in cui si progetta. In passato l’architetto si poneva molti meno ostacoli e si limitava spesso a rispettare il volere dei committenti o il gusto personale; oggi è invece necessario che l’architetto si imponga di risolvere una serie di problematiche. La prima tra tutte è, appunto, la difesa dell’ambiente naturale a cui si può, ad esempio, ovviare attraverso l’uso di materiali riciclati e rinnovabili, forme di energia alternative, diminuzione nell’uso di carburanti fossili, nuovi sistemi di cattura dell’acqua ecc. In secondo luogo la società impone all’architetto una continua innovazione della sua tecnica progettuale per poter stare al passo con la globalizzazione, con l’enorme sviluppo di metropoli in tutto il mondo (nel 2050 nelle città grandi abiterà il 75% della popolazione), con i nuovi stili di vita prodotti dalla rivoluzione del web. L’industria delle costruzioni dovrà produrre edifici attraverso nuove tecnologie emergenti: nuovi sistemi di automazione, software per disegnare e supportare l’intero ciclo di produttivo dell’edificio e l’uso del web come luogo di informazione e interattività (il web 2.0 di cui ci ha parlato il professor Natalino Bonazza). Ed è proprio su questo punto che si è soffermato l’intervento di Barzon, fondatore della compagnia Collaboratorio, che da due anni sta sviluppando il network Green Prefab, avente, come obbiettivo quello di produrre una nuova generazione di edifici basati su un processo guidato dalla gestione dei software e dalla produzione in fabbrica (prefabbricazione). Green Prefab è in continuo monitoraggio del mercato, guarda ai nuovi strumenti digitali, tecnologie e materiali che possono migliorare le prestazioni degli edifici, ed è attento alle tre grandi rivoluzioni che riguardano il mondo digitale, il Cad (Autocad, Archicad, Revit che producono nuove geometrie inversive e un modello ricco di informazioni), Internet (che permette lo scambio del progetto e la condivisione dei Master Model) e la produzione digitale. Il network utilizza nuovi strumenti digitali tra i quali c’è PLM (Interoperable Platform), un insieme di software integrati in un processo dove molti file di formati differenti sono prodotti e possono essere utilizzati da svariate persone; così nella piattaforma collaborativa possono comunicare con facilità, velocità, sicurezza e con minor dispendio di denaro, committenti, architetti, gruppi di ingegneri, imprese di costruzione e aziende che producono i singoli pezzi prefabbricati da montare. Questo processo, che permette un dialogo e un passaggio di software di modellazione 3D e di tecnologie tra architetti in tutto il mondo, sta finalmente trasferendosi dai settori dell’industria aerospaziale, automobilistica e navale, a quello delle costruzioni, dando la possibilità ai vari protagonisti del progetto di aggiungere informazioni ad uno stesso modello (Master Model). Oggi Green Prefab sta collaborando con la Cina, un mercato in continua evoluzione e bisognoso sempre più di costruzioni green. In Italia, da questo punto di vista, i migliori e gli unici nel campo dell’eco-sostenibilità sono i trentini, importanti anche in quanto principali investitori della piattaforma creata da Collaboratorio e riuniti in Habitech, il Distretto Tecnologico Trentino per l'energia e l'ambiente (vedi: ). In particolare le imprese delle costruzioni trentine pongono attenzione non solo alla fase progettuale ma all’edificio in utilizzo, ossia al suo intero ciclo di vita; infatti cercano gli strumenti migliori per diminuire i consumi e il dispendio di energia in seguito alla costruzione dell’edificio oltre a verificare le sue prestazioni effettive e il suo comportamento nei confronti dell’ambiente naturale. Per dare un esempio dell’alta qualità di questo tipo di edifici basta ricordare il triste episodio del terremoto all’Aquila, quando diverse imprese trentine avevano proposto e realizzato delle casette temporanee interamente in legno per ospitare i terremotati. In Italia, i trentini possono essere considerati un modello per i nuovi architetti proprio in quanto affiancano il loro interesse verso la natura al desiderio di rendere l’industria delle costruzioni più innovativa e tecnologicamente avanzata. Green Prefab, seguendo questo modello, si pone come obbiettivo fondamentale quello di sfruttare al meglio le risorse rinnovabili che ci offre l’ambiente naturale magari utilizzandole per produrre energia, con il minor costo possibile. Questo è il fine che speriamo si pongano tutti gli architetti in futuro.


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