lunedì 28 marzo 2011

Fabrizio D'Angelo 271040

Il ruolo di un architetto non è semplicemente quello di disegnare o creare un progetto immediato e funzionale. Il suo compito è anche quello di prevedere tutti gli aspetti che richiede una costruzione, dai calcoli ingegneristici alla scelta dei materiali e soprattutto la eco-sostenibilità delle energie, dei consumi e dell’impatto ambientale. Un progetto che pensi al futuro ma guardi anche al passato.

Fondamentali al giorno d’oggi, con un’ attenzione al design ricercato, sono l’estetica e la funzionalità, studiate in modo da proporre qualcosa di nuovo ma che rispetti i gusti del committente.

Oggi, con tutti i mezzi a disposizione si richiede una costruzione che sia in grado di rispettare l’ambiente, sfruttare le risorse disponibili, creare un luogo adatto al suo utilizzo e alle persone, con una funzionalità che si amalgami bene con l’estetica.

Un architetto deve valutare il contesto in cui è inserito un progetto, che non si limiti ad una urbanizzazione standard, ma che crei spazi di condivisione che contribuiscano al benessere e rispettino le prerogative della natura.

Lo studio dei materiali e delle tecniche costruttive da applicare al progetto, deve essere una scelta ragionata. Sfruttare al meglio la caratteristica di un materiale, vuol dire preservare le sue prestazioni nel futuro e trarne tutti i suoi benefici. Si parla sempre più di bioedilizia, prefabbricati o costruzioni modulari. In questo campo il sistema “green prefab” è all’avanguardia perché fornisce tecnologie e strutture con un’elevata efficacia e materiali ecologici, distribuiti in quantità calcolate in modo da ridurre gli sprechi. Il sistema per la sua funzionalità agevola e alleggerisce il lavoro di tutti collaboratori.

Così come è in mutamento il ruolo dell’ architetto, è ovvio che lo sia ogni aspetto a lui legato e quindi anche il modo in cui il professionista esprime le sue idee tramite il progetto.

Il disegno architettonico si è modificato nel tempo ed evoluto seguendo le esigenze, le trasformazioni ma soprattutto le innovazioni, che dalla metà del XX° secolo, hanno stravolto molti lati della vita dell’uomo. Dalla carta e inchiostro, siamo arrivati ad elaborati grafici multimediali, che hanno la capacità di essere “interattivi”, sfruttabili al massimo e danno la possibilità di mantenere e curare nei minimi particolari un progetto. Inizialmente gli architetti abbozzavano il disegno, progressivamente si è specializzata la tecnica, con nuovi metodi rappresentativi. Con la nascita del computer e dei suoi sistemi operativi, l’architettura si è evoluta cambiando completamente il modo di affrontare un elaborato. Nascono così i primi software di disegno bi/tridimensionale, rendendo il progetto estremamente dinamico. Tra i più famosi troviamo autoCAD nato nel 1983. (http://it.wikipedia.org/wiki/AutoCAD) Le immagini prodotte sono in modalità vettoriale, cioè si creano linee, punti e curve con forme geometriche modificabili.

Ora si può pensare di essere arrivati ad una saturazione dei sistemi di rappresentazioni e quindi quale può essere il futuro della rappresentazione architettonica? Una risposta la propone il sistema di “Collaboratorio” che con i suoi siti partner, contribuisce ad una condivisione multimediale, globale, gratuita e accessibile a tutti. Al progettista vengono messi a disposizione idee, tecnologie, materiali, prodotti e tutti quegli elementi che sono legati al piano di lavoro. Tutti sono invitati a collaborare proponendo i propri lavori.

In questo modo non siamo più legati ad una architettura locale e tradizionale, siamo a conoscenza di diverse realtà, scopriamo opportunità e nuove idee, che un architetto ha al possibilità di portare a sua volta a tutti attraverso il progetto. E’ dunque la condivisione il futuro della progettazione?

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