Che scenari attendono noi giovani studenti di architettura?
Parola d’ordine è rivoluzione informatica. La digitalizzazione del processo creativo ha fatto si che la professione di architetto sia andata via via modificandosi nel corso del tempo, basti pensare all’innovazione che l’utilizzo del CAD ha comportato: da un modello bidimensionale muto si è passati a veri e propri software che velocizzano la fase di progettazione creando modelli tridimensionali facili da costruire e visivamente chiari. Questi nuovi sistemi BIM permettono non solo di rappresentare il modello geometrico pensato ma anche di ricavare informazioni legate ai costi, ai materiali costruttivi, alle fasi di lavorazione. In questo modo il tempo dedicato al disegno vero e proprio e allo studio del progetto viene ridotto notevolmente facilitando anche l’apporto di eventuali modifiche nel corso dell’opera.
Green Prefab, collaboratorio fondato da Furio Barzon, ha saputo sfruttare al meglio le caratteristiche dei nuovi software sopra descritti creando una piattaforma virtuale in cui l’architetto produce quello che viene definito il master model che governa l’intero ciclo progettuale dell’edificio. Gli vengono infatti forniti dei modelli in 3D prodotti da aziende che hanno preso parte alla start-up e che possono essere utilizzati da tutti gratuitamente. Viene indetto di fatto un concorso. Questo particolare progetto mette in luce come internet sia diventato il più grande mercato mai esistito. Una fitta rete di relazioni, uno scambio di idee che consente di far “girare” i propri progetti, di farsi conoscere, di stringere collaborazioni anche con persone che si trovano ad essere dall’altra parte del mondo lavorando comodamente seduti davanti al proprio computer. Ecco che è necessario imparare ad essere, come suggeriva Natalino Bonazza, protagonisti (Web_2.0) della rete e non semplici spettatori indifferenti al fluire continuo di informazioni attraverso essa. È necessario acquisire autorialità, consapevolezza dei limiti e delle risorse che internet offre. Da queste considerazioni è evidente che lo scenario principale per noi giovani “architetti” è il web, vetrina virtuale dove condividere, pubblicare, mostrare i propri progetti. Una domanda però sorge spontanea: come si dovrà costruire? Come l’architetto Furio Barzon s’impegna a fare con Green Prefab, è necessario cercare di trovare delle soluzioni a quelli che oggi sono i principali problemi dell’arte del costruire, quegli “scenari globali” con i quali tutti noi dovremo scontrarci: ambiente, società e mercato. Il mondo delle costruzioni oggi sfrutta circa il 35% delle risorse non rinnovabili senza considerare poi l’enorme impatto ambientale che l’utilizzo di alcuni materiali ha sull’ambiente: inquinamento, riscaldamento globale, consumo energetico sono problemi all’ordine del giorno. Fondamentale sarà dunque diffondere una nuova sensibilità, una nuova forma di architettura che possa aiutare l’uomo ad abitare nel rispetto dell’ambiente: la Bioarchitettura. L’utilizzo di materiali eco-compatibili, riciclati e riciclabili, a basso consumo energetico dovrà essere oggetto di interesse e studio per tutti i futuri architetti il cui obiettivo principale sarà quello di costruire edifici che abbiano buone prestazioni ma a costi ridotti. Un traguardo sociale importante.
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