L’uomo è una creatura mutevole, di conseguenza il suo rapporto nei confronti dell’ambiente circostante cambia con lui. Il ciclo del divenire umano comporta inoltre una trasformazione di quelle che sono le espressioni della persona, prime fra tutti le forme architettoniche. L’architettura infatti nasce con l’uomo come manifestazione delle sue esigenze e pertanto con lui si evolve. Agli esordi essa ha rappresentato la necessità della persona di difendersi da una Natura selvaggia e nemica, per poi trasformarsi fino a diventare un ente a sé stante, capace di modellare l’ambiente circostante “umanizzandolo”. Ma cosa vuol dire far architettura oggi? L’uomo moderno presenta nuove esigenze e nuovi bisogni che, come tali, ricercano un proprio soddisfacimento. Oggi l’architetto si trova quindi di fronte a diversi “scenari” e deve far fronte a diverse esigenze, principalmente di tipo ambientale, economico e sociale. Necessità sempre maggiore nell’uomo è quella di proteggere il fragile ecosistema, di costruire con costi minori ed inoltre di affrontare una nuova realtà in cui diversi modelli culturali convivono insieme portando avanti nuovi stili di vita. Non si guarda più dunque ad un’architettura che si difende dalla natura, ma al contrario la ricerca è diretta a trovare forme architettoniche che si armonizzino con essa. In primo luogo dunque viene posta la necessità di un’architettura “amica dell’ambiante”: sostenibilità, riciclabilità (di materiali e costruzioni), sfruttamento di forme rinnovabili di energia, utilizzo di materiali naturali, riciclabili ed ecologici sono i nuovi valori e i nuovi bisogni di cui l’architetto si fa portavoce. Sono inoltre necessarie costruzioni “intelligenti”, che garantiscano confort, ma nello stesso tempo che limitino lo spreco di energia (cfr. http://www.artechint.com/ecologia-sostenibilita.html ). La richiesta è di avere abitazioni con alte prestazioni di fronte ad un minor costo, come si può ottenere attraverso la prefabbricazione dei materiali. Inoltre i nuovi ritmi della società impongono di avere più veloci ed efficienti metodi di costruzione.
Il web si presenta in questo senso come risposta alle esigenze dell’uomo moderno e come nuovo scenario per l’architetto: gli strumenti digitali e le nuove tecnologie possono infatti influire, incrementare e rendere più efficiente l’industria delle costruzioni e i suoi processi. Il mezzo informatico oltre a rendere possibile la prefabbricazione, permette l’interazione tra persone: è capace di rispondere rapidamente alle esigenze e di velocizzare i tempi di costruzione. Il suo utilizzo comporta quindi un risparmio in termini di tempo e denaro. Questo produce un nuovo metodo di lavoro basato essenzialmente sulla collaborazione: è infatti l’esigenza di un cambiamento radicale nel modo di pensare l’architettura e la città il principale argomento su cui vertono numerose iniziative in questo campo, come la conferenza internazionale “The Architecture of Well –Tempered Environment” (http://www.eurosolaritalia.org/documenti/news/eurosolar_ita_17032011.pdf). La sfida ambientale, la concorrenza sul terreno dell’innovazione, la riqualificazione e la valorizzazione delle città, richiedono la necessità di avere ampie competenze professionali che nascono dalla collaborazione di molteplici figure. Si è giunti quindi ad una nuova concezione della figura dell’architetto: egli non è più il “capo costruttore”, supremo conoscitore della tecnica e unico responsabile della costruzione come era invece agli esordi di Brunelleschi , ma l’architetto del XXI si affianca a diversi specialisti, ciascuno dei quali capace, attraverso l’utilizzo dello strumento digitale, di dare il proprio contributo nelle fasi di costruzione. È questo anche il principio del collaboratorio (http://www.collaboratorio.com/page.php?id=1), da cui si sviluppa la piattaforma di Green Prefab (http://test.greenprefab.com/ ).
Lo scenario entro cui l’architetto si inserisce oggi non è quindi quello di un’architettura statica , composta di un passivo rapportarsi del singolo con gli oggetti ma è un’architettura fatta di confronto, relazioni dinamiche e di partecipazione attiva.
Nessun commento:
Posta un commento