sabato 26 marzo 2011

Ludovica Breda 271541

Dalla sua nascita, intorno alla metà del novecento, l’ informatica ha conseguito uno sviluppo e una diffusione esponenziali, diventando in breve un fenomeno di portata mondiale. Nella società contemporanea, che vive all’insegna della produttività, l’ausilio massiccio della tecnologia informatica è divenuto un presupposto di efficienza irrinunciabile per la competizione nel libero mercato.
Nel campo architettonico il dialogo con l’informatica non è stato un evento immediato ma legato al graduale sviluppo dei software per il disegno digitale, il CAD e del cosiddetto web 2.0.
Questi nuovi strumenti ampliano, infatti, le potenzialità dell’architettura sia sotto il profilo del calcolo e della simulazione strutturale che sotto l’aspetto formale ed estetico. Il disegno digitale permette di descrivere aree e volumi con precisione assoluta, maggiore velocità ed efficienza. Il progettista è in grado di intervenire continuamente sul progetto in elaborazione e di apportare in ogni momento delle modifiche. Uno degli aspetti più rivoluzionari del disegno digitale sono i motori di rendering, che permettono una resa molto verosimile del modello tridimensionale progettato.

Un ulteriore passo è stato quello di associare alla progettazione CAD (intesa come “Computer Aided Design”) la creazione di un vero e proprio modello corredato di un database che individuasse le caratteristiche delle singole parti del modello. In quest’accezione generale si parla di BIM (“Building Information Modeling”): cioè un modello informatico elaborato tramite diverse componenti che recano al loro interno informazioni riguardanti geometria, composizione, posizione spaziale, ecc… In architettura questi software non si limitano quindi al disegno di elementi grafici semplici, ma consento di progettare disegnando i componenti tecnici dell’edificio. Inoltre internet potenzia il funzionamento e l'utilità di questi nuovi strumenti poiché fa circolare le informazioni in tempo reale fino a dar luogo a piattaforme collaborative che rendono possibile la creazione di team di lavoro su scala internazionale.
Ed è così che nasce Green Prefab, una piattaforma collaborativa fondata da Furio Berzon e formata da architetti, ingegneri, imprese di costruzione, università e centri di ricerca che lavorano insieme ai progetti al fine di migliorare e innovare l'industria delle costruzioni.
Green Prefab seleziona quindi i migliori prodotti prefabbricati e digitalizza l'intero processo di progettazione, puntando a un'architettura ecosostenibile e il più possibile economica; è posta quindi una grande attenzione all'ambiente e all'importanza del risparmio energetico, questioni quanto mai rilevanti giacché il 35% di risorse non rinnovabili è attualmente consumato dal mondo delle costruzioni.Risulta difficile pensare oggi ad un’architettura prettamente manuale e certosina poichè le esigenze e i ritmi della società contemporanea richiedono sempre più velocità di esecuzione, abbattimento dei costi e capacità delle strutture di integrarsi e arricchire l’ambiente in cui sorgono.

Le nuove tecniche di prefabbricazione, una fra tutte la proposta di Green Prefab, si propongono come valide soluzioni delle problematiche trattate ed infatti stanno riscuotendo un notevole successo nei paesi del nord Europa. Più faticosa è la diffusione in Italia, dove sussiste una frammentazione dell’industria edilizia caratterizzata da piccole imprese, progetti a livello locale e da quel “culto della casa” che fa storcere il naso di fronte alla parola prefabbricazione, termine che nella sua accezione più banale sa di precario e di uniformante. Viene da chiedersi dunque se l’inarrestabile ingresso delle tecnologie informatiche nel processo progettuale oltre che risultare un’indiscutibile risorsa non finisca per appiattire e omologare la fantasia che fin’ora ha accompagnato la professione dell’architetto…. La risposta a mio parere non è così scontata ma credo sia giunto il momento di dare spazio a queste nuove proposte e di adoperarsi affinchè le elevate potenzialità del mondo digitale, ancora in buona parte ignorate, possano essere sfruttate al meglio.

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