venerdì 25 marzo 2011

Riccardo Guglielmi 271517

SCENARI PRESENTI E FUTURI PER L'ARCHITETTO



Anche se purtroppo in Italia è spesso carente l'educazione alla comunicazione digitale, la community degli architetti è stata forse una delle prime ad appropriarsi di tale media, sia come mezzo per la comunicazione più tradizionale sia per quella legata alla progettazione, al confronto e al rapporto dialettico necessario tra committente, progettista, studi di ingegneristica e aziende dell'indotto; questa nuova modalità di lavoro avrà sicuramente uno sviluppo notevole nei prossimi decenni.

Tale accelerazione è dovuta essenzialmente alla validità dei programmi di progettazione (famiglia AUTODESK, GRAFISOFT ecc..), di rappresentazione fotografica e dalla presenza di alcune piattaforme digitali specifiche ( come architizer, linkedin, archiportale ecc..).

In rete l'architetto trova la possibilità di aumentare le proprie conoscenze, le proprie capacità di attuazione operativa, di mantenere i contatti sia con i colleghi, sia soprattutto con chi svolge ricerca industriale tecnologica specifica, in modo da poter applicare al risultato della propria creatività la soluzione più adatta e più economicamente adeguata. La progettazione e la realizzazione così vengono mediamente ed immediatamente poste al servizio della società, che in tale maniera può adeguarsi in tempo reale alle nuove istanze progettuali contemporanee. Emergono quindi una serie di scenari di cui tener conto , che andranno via via sviluppandosi nel corso degli anni, come:


• la presa di coscienza e lo sviluppo ulteriore dello strumento CAD con il maggior uso del disegno BIM,

• la totale simbiosi con la RETE,

• la DIGITAL PRODUCTION.


Per l'architetto moderno e per le generazioni future, lo strumento CAD, è diventato ormai quasi il sostituto della matita; esso permette innanzi tutto una visualizzazione attuativa e produttiva delle problematiche di ogni singola progettazione; questo grazie, ad esempio, alla modellazione 3D che permette di rappresentare e analizzare in modo critico un modello digitale della ideazione ancora in fieri di una possibile costruzione architettonica. Lo stesso Frank Gehry, uno dei più grandi maestri dell'architettura, ha basato ormai la propria elaborazione progettuale e creativa nell'utilizzo di software digitali, valorizzandone la capacità di proporre un modello chiaro in ogni sua parte.

Dinanzi alla richiesta di un committente, la rapida realizzazione di un modello veloce, per esempio con l'utilizzo di sketchup, permette una completa visualizzazione a 360 gradi. Se ne deduce una velocizzazione delle operazioni necessarie e una minor perdita di tempo a vantaggio di un miglior risultato; infatti con il supporto di programmi come 3D STUDIO, ARTLANTIS ecc.. si riesce in poco tempo a dare subito l'input al cliente di come si ambienterà il progetto all'interno dello specifico scenario, urbano o paesaggistico che sia.

Ad avvalorare lo sviluppo del disegno grafico è quello già in atto della tecnologia BIM (Building Information Modeling) che permette di realizzare un modello progettuale contenente più informazioni possibili, insomma, un disegno "che parla da solo", che riesce a dare informazioni ad ogni persona che lo voglia leggere criticamente in ogni sua sfaccettatura. ll sistema BIM consiste quindi nella creazione e l’uso di informazioni coordinate, coerenti e calcolabili, relative a un edificio in fase di progetto. Vi sono numerosi software come Revit, Archicad ed altri, che sono in via di continuo sviluppo, e che permettono al singolo architetto di poter maneggiare uno strumento sempre più dettagliato in ogni sua forma; perciò il software BIM dovrà svilupparsi in modo tale da permettere agli architetti non più solo di creare dei disegni in 2D con semplici misurazioni, ma di poter creare un disegno che permetterà agli ingegneri il calcolo strutturale e alle aziende del prefabbricato la realizzazione di ogni singolo pezzo in correlazione al fine specifico. Il nuovo scenario dal punto di vista del disegno digitale deve essere quello di realizzare concept più immediati, realistici e più ricchi di informazioni possibili. L'idea che molte aziende vogliono dare, fornendo i propri prodotti, è di poter garantire dei software che permettano di creare ogni qualvolta un "CICLO DI VITA" dell'edificio memorizzandolo all'interno di database sempre più completi di informazioni, disegni ecc.. Il BIM sta cambiando il processo di progettazione, costringendo i singoli studi di architettura a riconsiderare le attuali modalità lavorative (rivoluzione avvenuta, ad esempio, all'interno dello studio di Frank Gehry) verso le seguenti modalità:


1) il cambiamento più importante derivante dal BIM è di poter permettere di incrementare la quantità di tempo dedicato alla fase di progettazione. Programmi che creano e coordinano dinamicamente i disegni, direttamente nel modello architettonico, riducono notevolmente lo sforzo di documentazione ; pertanto, le aziende utilizzeranno meno tempo (e staff) per la documentazione e il coordinamento, e quindi avranno più risorse per le fasi fondamentali di ideazione e progettazione, che consentono di prendere migliori decisioni in tempi più brevi.


2) il modello architettonico che nasce può interfacciarsi e condurre alcune analisi su caratteristiche e attività come le variabili di illuminazione con luce diurna, l’uso dell’energia, i computi delle quantità e il coordinamento delle specifiche; permettendo di offrire maggiori e più adeguati servizi alla propria clientela.


Uno scenario che accompagnerà sempre l'architetto è la rete, internet.

Grazie ad essa il committente, già prima di recarsi dal progettista, si informa su vari parametri: dalla visione di architetture simili a quelle desiderate e alle proprie necessità sia relativamente ad elementi più specifici come, per esempio, il costo di un dato materiale, o quanto spesso dev'essere un solaio ecc…

Da un lato l'evoluzione dell'"interconnected network" porta ad una maggiore criticità oggettiva da parte del finanziatore e forse una minore libertà creativa ed espressiva da parte dell'architetto, ma d'altro canto aumenta l'educazione collettiva sia dal punto di vista del gusto architettonico, sia nelle conoscenze specifiche dell'edilizia. Parallelamente a questo, l'evoluzione del linguaggio del web ha aperto scenari incredibili, basti pensare al web 2.0 che ha permesso l’evoluzione delle community, dei social network, l’introduzione dei wiki che consentono all’utente di interagire nello sviluppo dei siti web, con conseguenze positive anche a livello sociale. Il successo del Web 2.0 è dovuto alla sua facilità nell'utilizzo: permette infatti di separare le informazioni dalla loro forma, lasciando la possibilità di pubblicare anche senza conoscere linguaggi complicati specifici, facilitando quindi lo scambio di conoscenze. E' fondamentale l'approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, infatti si è passati dalla semplice consultazione (seppure supportata da efficienti strumenti di ricerca, selezione e aggregazione) alla possibilità di contribuire alle conoscenze popolando e alimentando il Web con propri contenuti, attraverso la propria realizzazione di siti, blog, forum e chat. L' architettura deve avere nel passaggio che si sta' verificando nel mondo della comunicazione, dominata dalla cultura dell'immagine e dal mondo dell'interazione, un interesse primario; infatti non ci si può più rapportare ai contenuti in modo passivo, ma si è immersi in un mare di informazioni da gestire e da costruire. Non bisogna però concepire l'evoluzione digitale architettonica come una simulazione virtuale del mondo dell'edilizia; semmai, costituisce un' estensione che appartiene sia alle forme che agli argomenti, ai pensieri e alle idee. Il linguaggio web 2.0 è fondamentale all'interno di uno studio di architettura; infatti molti architetti si interessano della pubblicizzazione del proprio prodotto principalmente tramite il web, con l'utilizzo di ogni mezzo digitale possibile (ad esempio BIG, OMA ecc, che fanno della loro presentazione del progetto un punto di forza).


Tutto ciò è fondamentale per il singolo architetto; gli permette di poter aver a disposizione un mezzo di collegamento mondiale, non solo locale, che porta ad alimentare le collaborazioni tra colleghi ed anche a comunicare a livello mediatico i concorsi a cui partecipa e le proprie fasi progettuali. Si sfruttano così al meglio le piattaforme che portano il singolo a relazionarsi e ad interagire con il maggior numero di persone interessate, in modo da creare quasi un ciclo ipermediale continuo.

Chi cerca oggi, in previsione futura, di unire l'architettura digitale al web è ad esempio GREEN PREFAB, che mette a disposizione una piattaforma collaborativa, con iscrizione gratuita, in cui ci si può ritrovare all'interno di uno spazio virtuale, ma estremamente legato alla realtà tangibile, in cui i protagonisti sono essenzialmente: committente, architetto, ingegnere e azienda.

Grenn prefab, fondata da Furio Barzon, è il ponte verso una nuova evoluzione dell'edilizia, che permette di portare il singolo architetto a relazionarsi, progettare e interagire con i propri colleghi basandosi su tematiche e problematiche differenti. Lo scopo di questa nuova "azienda" rispecchia gli scenari futuri per l'architettura, cercando di proporre un nuovo modello di interattività per la realizzazione, non solo della villa privata, ma di opere più complesse e di un certo spessore e valore urbanistico. Si tiene conto delle difficoltà economiche e del bisogno di costruire relazionandosi con la bioarchitettura, ponendo molta attenzione quindi al risparmio energetico. Oggi il solo mondo dell'edilizia utilizza il 35% delle risorse non rinnovabili ed è ovvio che il primo passo è di rapportarsi in modo intelligente con l'ambiente. Per fare questo bisogna agire tenendo conto di stili e forme diverse del costruire, mantenendo attenzione per l'utilizzo dei materiali e delle tecniche costruttive. Inoltre per abbassare i prezzi di realizzazione è necessario che il progettista interagisca continuamente con le aziende specializzate nella prefabbricazione.

Un esempio di tutto questo è il BIO-HOUSE ( CASACLIMA), il cui concetto di costruzione privilegia il rispetto e la promozione di un ambiente futuro vivibile e sostenibile dell'ambiente, associato all'abbassamento dei costi di produzione.

Costruire tenendo conto dei risparmi energetici e del minor utilizzo di materiali dannosi all'ambiente, deve essere l'obbligo futuro per il singolo architetto; le GREEN BUILDINGS devono essere un punto di partenza.

Parlare proprio di green buildings significa già pensare al futuro, cioè avvicinarsi ad una grande porzione di mercato mondiale. Infatti il futuro scenario commerciale del mondo delle infrastrutture unirà la bio-architettura con le altre tecnologie di costruzione edilizia; sicuramente tra i paesi interessati ci sarà la Cina, sempre più bisognosa di "architetture verdi" ed economiche.

Mario Cucinella, nonché vincitore del MIPIM AWARD category “Green Building”, rispecchia a mio avviso l'architetto predisposto a "guardare avanti" verso nuovi scenari, tenendo conto dei parametri di risparmio energetico e di relazione intelligente con l'ambiente. Nel 2007 propose la casa da 100mila euro, a basso costo, a misura di desiderio, a basso impatto ambientale, anticipando un po' quella crisi che stava nascendo in Italia.


Da tali premesse possiamo pensare che lo scenario futuro dell'architetto digitalizzato lo costringerà a porsi dei paletti etici imprescindibili, per non allontanarsi troppo dalla funzione sociale della propria professionalità.

L'era del digitale deve essere concepita come un valido strumento per dar attuazione alle proprie idee, ma non può essere vista come un mezzo per la creazione di architetture utopiche.

Da sempre, lo scopo dell’architettura è di progettare e in seguito di costruire attraverso un iter ben preciso e non può essere considerata una semplice e mera professione o una chiara e inattaccabile scienza; si tratta invece anche di uno studio sociologico e sentimentale; il progetto è fatto di emozioni che nascono anche dal semplice sopralluogo anche se ormai è stato quasi sostituito dalle immagini in rete. La figura dell'architetto non dovrà mai allontanarsi completamente dalla tradizione; vi dovrà sempre essere un legame sottile tra architettura digitale e "classica" al fine di rendere questa professione non meccanica ma umana ed unica.



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