domenica 27 marzo 2011

Anna Pinato 272094

In una recente intervista Isabella Goldmann, uno degli architetti più gettonati del momento che dirige la Goldmann & Partners, afferma che ”Oggi l’architetto può solo essere bio”, per porre rimedio al fatto che il mondo delle costruzioni utilizza il 35% delle risorse non rinnovabili del nostro pianeta.
Di conseguenza il mercato delle costruzioni è sempre più orientato verso i”green buildings”, cioè quegli edifici che rispondono ai parametri di certificazione LEED (certificazione che, nel nostro paese, convivendo con altri tre sistemi quali Casa Clima, Itaca e Icmq, procede a rilento, anche per la mancanza di uno standard condiviso a livello nazionale).
In quest’ottica si inserisce la direttiva Ue 31/2010, che stabilisce che entro il 31/12/2020 tutte le case costruite in Europa dovranno essere passive; ne consegue la necessità di usare prodotti riciclati e riciclabili e materiali eco-compatibili e puntare al risparmio energetico anche attraverso l’utilizzo di nuove energie. Secondo Mark Jakobson dell’Università di Stenford e Mark Delucchi dell’Università della California è possibile entro il 2030 sostituire totalmente i combustibili fossili soltanto con energia derivata dal vento, dal sole e dall’acqua, attraverso l’utilizzo di aquiloni eolici, pannelli fotovoltaici notturni, nuovi biocombustibili, siepi solari e, soprattutto, una rete di distribuzione intelligente, la cosiddetta smart grid. Tale rete elimina gli sprechi e sfrutta al meglio l’energia prodotta non in mega centrali,ma in milioni di piccoli impianti locali. In sostanza consente a più dispositivi di funzionare su una rete comune, condivisa, inter-operabile, in modo simile al concetto che sta dietro Internet. La smart grid utilizza reti di sensori wireless, software e utility computing che permettono di osservare e controllare quanta energia viene consumata, in che cosa, se si creano black-out o guasti nella rete.
Risulta evidente perciò che il mondo della nuove energie, e quindi della bioedilizia, è strettamente collegato all’avanzamento tecnologico della società. Ad esempio l’evoluzione del progresso tecnologico che ci ha portati al Web 2.0 ha influenzato fortemente anche il mondo dell’architettura attraverso:
• la comparsa di programmi sempre più avanzati di grafica computerizzata di tipo CAD
• l’utilizzo di Internet come strumento collaborativo (grazie alle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente)
• una digital production, cioè la possibilità di governare il proprio modello di edificio, messo on-line,durante tutto il suo ciclo di vita.
In sostanza sono questi i punti fondamentali con cui Green Prefab,una piattaforma web collaborativa che consente di progettare e costruire edifici prefabbricati,vuole rivoluzionare il mondo delle costruzioni. I punti di forza di questa startup sono il suo carattere fortemente collaborativo, il voler utilizzare materiali rinnovabili e il puntare al risparmio energetico e alle maggiori prestazioni con minori costi.

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