mercoledì 30 marzo 2011

Laura Antiga 271217

Nel passato la figura dell’architetto è stata legata alla sua capacità creativa e artistica. Da Brunelleschi in poi i nomi dei più famosi architetti sono stati legati alla grandiosità delle loro opere: chiese, teatri, piazze, dimore principesche ecc. Molto importanti erano la ricchezza, la preziosità dei materiali impiegati, lo studio dei dettagli, la sovrabbondanza di oggetti. Oggi, invece, il ruolo dell’architetto si è modificato e ampliato. Si è venuta sviluppando una funzione ETICA e SOCIALE http://www.vg-hortus.it/index.php?option=com_content&task=view&id=327&Itemid=40 che rappresenta, a mio avviso, il fine più importante dell’architettura. Il centro dell’interesse è ora l’uomo, le sue esigenze e la qualità della sua vita. Come accennato dall’architetto F. Barzon, più del 50 % della popolazione vivrà intorno al 2050 in conglomerati urbani e nelle metropoli, le quali avranno bisogno di un rinnovamento ed un adeguamento non solo ai vari bisogni funzionali, ma dovranno anche rispondere a determinati concetti di benessere e di qualità della vita. L’architettura, quindi, avrà bisogno di guardare all’ERGONOMIA http://it.wikipedia.org/wiki/Ergonomia : la casa, piccola o grande che sia, dovrà essere razionale e funzionale per chi la utilizza, andrà quindi studiata con grande attenzione tenendo presente le esigenze dei singoli, delle coppie, dei bambini ma anche dei portatori di handicap ( insomma a “misura d’uomo”). I materiali utilizzabili dovranno essere riciclabili e biodegradabili. La casa del futuro dovrà essere a costo zero, quindi autonoma per quanto riguarda il consumo elettrico con pannelli fotovoltaici, il riscaldamento e il raffrescamento utilizzando varie tecnologie legate al sole o alla geotermia, alle biomasse, all’isolamento termico, all’esposizione solare ecc. Anche l’aspetto delle città dovrà cambiare con l’aiuto dei futuri architetti. L’ambiente urbano dovrà essere studiato in modo tale che vi sia una riduzione dell’uso di auto private privilegiando i mezzi pubblici. Le piste ciclabili dovranno diventare una scelta obbligatoria, le luci pubbliche dovranno ridurre l’inquinamento luminoso che impedisce oggi di godere nei grossi ma anche nei piccoli centri del cielo stellato. Il rispetto del nostro grande patrimonio architettonico antico, importantissimo per la cultura umana, dovrà imporci il restauro dei centri storici delle nostre città, dove le persone possono ancora vivere in una dimensione molto più umana rispetto agli enormi agglomerati urbani che si estendono in larghezza e in altezza. Come ha spiegato Natalino Bonazza, oltre alla cultura di cui parlavo precedentemente, dovrà esserci anche quella digitale, che grazie anche a Green Prefab, nel futuro diventerà sempre più importante unire le forze e le conoscenze di studi, architetti ed ingegneri che sappiano sviluppare insieme le idee progettuali migliori.

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