Alla luce delle lezioni svolte ed in particolare all’incontro con l’architetto Furio Barzon, con la conseguente presentazione di “Green Prefab” , penso sia doveroso interrogarsi circa i nuovi scenari che si presentano ad un architetto.
L’architetto contemporaneo , che oggi vive in uno dei momenti più floridi dell’era digitale, si ritrova a dover far fronte, oltre che al continuo ed incalzante sviluppo delle nuove tecnologie, anche alle nuove esigenze del mercato e della società, supportato però da nuovi e sofisticati strumenti a sua disposizione. Mezzi potenti e all’avanguardia, primo fra tutti il CAD, che assieme ad altri programmi di disegno digitale non solo sostituiscono completamente il disegno a mano, ma permettono anche l’esplorazione di nuove forme e geometrie. E’ proprio in questo “clima” che prende piede l’idea dell’architetto Barzon di “Green Prefab”, una piattaforma collaborativa che consente di progettare e costruire edifici prefabbricati, con la possibilità di gestire e controllare l’intero ciclo di progettazione direttamente dal Web per mezzo di un modello informatico, il Master Model , che fornisce ogni informazione riguardante l’edificio. “Green Prefab” si pone come obiettivi primari il rivoluzionare il mondo delle costruzioni attraverso la digitalizzazione dell’architettura e l’utilizzo di materiali riciclati, riciclabili e materiali artificiali con un comportamento ecosostenibile, allo scopo di raggiungere la possibilità che ognuno possa vivere e lavorare in “modern, affordable and ecological builidings”.
Temi attuali e discussi come l’architettura ecocompatibile, la bioedilizia, l’architettura ecosostenibile rappresentano oggi quel modo di progettare il cui interesse principale è il risparmio delle risorse e la ricerca di una produzione minima di inquinamento, ponendo particolare attenzione all’impatto ambientale, considerando il fatto che il 35% delle risorse non rinnovabili del pianeta viene impiegato proprio nel mondo delle costruzioni. Nella società di oggi pare infatti si stia risvegliando quella coscienza ecologica, che seppure con alcune difficoltà inizia ad imporsi anche nel mondo dell’architettura, permettendo un’unione propositiva di quel “trinomio del futuro” (uomo-natura-architettura) che per troppo tempo ha lavorato indipendentemente. Mai come oggi si è voluto un “green future”, in cui progettare e costruire edifici sia in stretta correlazione con il rispetto per l’ambiente ed il benessere stesso dei cittadini, come testimonia la sempre maggior realizzazione di edifici ecosostenibili ed ecocompatibili: i green buildings.
Un altro aspetto innovativo per quanto riguarda la professione dell’architetto è l’evoluzione del Web 2.0, tema affrontato anche da Natalino Bonazza, che affiancato dai social network, i forum ed i blog diviene un nuovo mezzo di comunicazione e condivisione di idee e progetti, che contiene al tempo stesso anche una nota debole da guardare con criticità, ossia quella dell’autorialità. Nella specifica figura dell’architetto, il Web 2.0 può rappresentare una vetrina aperta al mondo del lavoro, come per esempio i siti LinkedIn o Europa Concorsi.
In conclusione, negli scenari in cui un architetto oggi si trova a lavorare, il motto da cui deve muovere ritengo sia probabilmente la definizione stessa di sviluppo sostenibile, ossia “la ricerca di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.
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