lunedì 28 marzo 2011

Rachele Piasentier 266416

C’era una volta l’architettura, e c’era una volta internet.
Ora c’è l’internet 2.0, ma quanto è ancora lontana l’architettura di seconda generazione?

Grandi passi sono stati fatti e grandi uomini si sono messi all’opera, ma non solo nel campo dell’architettura. A mutare è e sarà tutto il nostro modo di pensare, di organizzare, di studiare e di lavorare: il futuro è già pronto, il prossimo step è la sua diffusione.

Ma guardiamo più da vicino il mondo dell’architettura: recentemente abbiamo avuto l’occasione di partecipare a una lezione tenuta Furio Barzon, creatore di Green Prefab e Collaboratorio, un uomo che ha saputo mettersi in gioco e puntare tutto sulle nuove tecnologie, sulla prefabbricazione e sul web. Furio Barzon ha creato una piattaforma sul web per mettere in collegamento (gratis) tutta la catena produttiva, dalla committenza al progetto, dalla realizzazione alla manutenzione. Ma non solo: Green Prefab permette non soltanto di comunicare, ma anche di lavorare insieme a km e km di distanza sullo stesso progetto, interagendo sul web. Il processo è semplice,è come un catalogo multimediale di architetti, aziende, prodotti, ingegneri, strutturisti, imprese.. Il committente può vedere le schede di ognuno e scegliere il suo architetto. L’architetto può scegliere gli elementi prefabbricati, l’azienda produttrice, l’impresa costruttrice. Poi, ideato il progetto, il file passa ad un ingegnere che ne calcola e verifica la struttura. L’ultimo passaggio è la costruzione. In questo modo la catena si chiude anche senza essersi mai visti, anche abitando in parti totalmente opposte del mondo, abbattendo i costi del trasporto. L’opportunità più grande è la vasta gamma tra cui scegliere, senza dover cercare nel proprio paese o continente. Certamente per dei professionisti è anche un ottimo modo per farsi conoscere ed essere sempre aggiornati su ciò che di nuovo nasce e si sviluppa ogni giorno.
Se l’Italia non fosse provinciale come è ormai da troppo tempo avrebbe certamente appoggiato un progetto tanto ambizioso e proiettato nel futuro. Invece l’unica regione della penisola a farlo è stata il Trentino, da sempre la più lungimirante e sensibile ai temi della sostenibilità e della prefabbricazione.

Ma certamente non è l’unica opportunità per farsi conoscere. Esistono blog e social network specializzati nel quale promuoversi come professionisti, mostrare il proprio operato, le attitudini e gli interessi, il modo di lavorare, quello di pensare.. il più importante o almeno il più diffuso tra questi è Linkedin. Ogni professionista può creare un profilo in cui caricare il proprio curriculum e tenerlo sempre aggiornato. É un modo facile, veloce e soprattutto gratuito di “mettersi sulla piazza”. Lo stesso dalla parte di imprese e committenze, che con una veloce ricerca possono trovare ciò di cui hanno bisogno. É un sistema altamente democratico, in quanto ognuno si autopromuove e sceglie con chi lavorare in base alle capacità che dimostra.

Ovviamente la padronanza dei mezzi informatici e la disponibilità di connessioni veloci sta alla base di tutti questi meccanismi. È e sarà sempre più importante per un architetto l’aggiornarsi continuamente, non solo per quanto riguarda software e browser, ma anche nelle tecnologie e nei programmi. Anche in questo internet ci viene in aiuto. Ormai la gamma di programmi offerti da internet in maniera gratuita è piuttosto ampia (ad esempio Sketchup, un programma di modellazione solida ideato e distribuito da Google). Ma anche i programmi che in genere hanno costi di licenza molto elevati sono resi disponibili agli studenti con licenze gratuite limitate nel tempo (ad esempio i prodotto Autodesk tra cui l’indispensabile AutoCAD).

Alla luce di tutte queste considerazioni bisogna considerare il web una risorsa preziosa per gli architetti e per tutti quei professionisti che intendono farsi spazio nel mondo del lavoro restando sempre aggiornati e collegati alla rete. In molti tendono a demonizzare le tecnologie e internet in quanto credono che queste possano portare all’abbandono della lettura e scrittura su carta, del disegno, della ricerca sui dizionari e le enciclopedie. In realtà di certo internet non è il demone che questi credono, è semplicemente un modo veloce per attingere a una fonte inesauribile di informazioni in tempi brevissimi. Nel campo dell’architettura la verità è che progettare su carta significa prendere una matita e tracciare delle linee. Il poter progettare sul supporto informatico riduce al minimo gli errori di misura e permette di lavorare direttamente in scala 1:1, cosa impossibile a mano. Per non parlare della correzione di errori, ormai è impensabile mettersi a raschiare il foglio lucido con la lametta. Diciamocelo: progettare in CAD è più comodo e più veloce. Inoltre i programmi di rendering permettono di “vendere” più facilmente il prodotto, la loro verosimiglianza convince i clienti molto di più di uno schizzo a mano. Lo stesso architetto nella progettazione è avvantaggiato dal poter lavorare direttamente con i volumi 3D e non solo in pianta e sezione.

É vero, siamo in un’epoca di transizione. La metà degli architetti che operano attualmente non sono capaci di costruire modelli 3D e render. Alcuni si sono laureati quando ancora AutoCAD non c’era. Ebbene, proprio per loro le piattaforme come Green Prefab sarebbero ancora più utili. Un architetto di Green Prefab può caricare il suo progetto in pianta, prospetto e sezione, contattare un altro architetto o un disegnatore 3D e avere indietro in brevissimo tempo il proprio progetto nella resa 3D richiesta.

Quindi che dire: architetti.. collegatevi!

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