lunedì 28 marzo 2011

Giacomo Casarin 269073

“Guardare ai grandi maestri del passato con l’occhio del futuro”. Solo così si potrà combinare il “minimalismo” di Ludwig Mies van der Rohe con le centinaia di servizi hi-tech che al giorno d’oggi ci propinano.

Le nuove tecnologie hanno come scopo primario rendere la vita dell’uomo più semplice, più comoda e , di conseguenza, più piacevole. L’architetto tende al medesimo fine e non ha solo il compito di costruire oggetti e funzioni, ma anche il dovere di rapportare tali oggetti a ciò che li circonda; sua fondamentale caratteristica è quella di contestualizzare il progetto, non solo in rapporto al luogo dove deve costruire, ma anche in relazione al tempo in cui vive. Sembra banale ma è bene ricordarlo, poiché la storia ci insegna che c’è sempre stato qualcuno che ha combattuto contro la modernità e che avrebbe voluto precludere il progresso alla società. Il progresso deriva dalla conoscenza, che a sua volta deriva dalla curiosità, e quest’ultima, fra le virtù dell’uomo, è una tra quelle che lo rende più grande.

Architettura e tecnologia si trovano ad essere strettamente legate nel XXI secolo; esse devono fondersi per migliorare la qualità della vita delle persone.

Tutte le innovazioni di questo nostro periodo sono fortemente legate a Internet, come ogni cosa d’altronde, poiché Internet è tutto, è una realtà parallela, un Iperuranio virtuale di idee, che trascrive ogni singolo dettaglio del mondo reale e consente di condividerne ogni particolare; Il Web 2.0 permette infatti, oltre alla semplice navigazione, anche l’interazione con l’utente.

Secondo un’interpretazione Orwelliana Internet potrebbe essere fortemente criticato, l’architetto moderno deve invece ringraziare, poiché egli ha il compito di essere prima di tutto un cosmopolita per comprendere appieno la società e di conseguenza l’arte del costruire; e qual è la migliore qualità del web se non rendere qualsiasi individuo in un batter d’occhio cittadino del mondo?

“L’architettura è l’arte di fabbricare”, ma sta sempre più evolvendo nell’arte di pre-fabbricare; questo procedimento velocizza i tempi e riduce i costi. Green Prefab è una piattaforma virtuale che sfrutta la rete per facilitare estremamente il corso della progettazione architettonica, mettendo a disposizione dell’utente modelli prefabbricati di elementi edilizi di base e non. Oltre alle caratteristiche esterne sono segnalati i dati fisici e prestazionali, dai quali è possibile ricavare le prestazioni e i costi dell’intero progetto. La semplicità d’uso e la condivisione di tali modelli permettono un dialogo veloce fra i diversi specialisti operanti nel progetto.

In conclusione si può affermare che l’architetto moderno è senza ombra di dubbio un architetto “digitale”, poiché il suo più stretto (anche se qualche volta non completamente affidabile) collaboratore è il Personal Computer ed è grazie a programmi come SketchUp, AutoCad, ArchiCad, Rhinoceros e molti altri che il lavoro progettuale si manifesta sempre con maggior chiarezza e possibilità di condivisione.

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