Tutto ciò che ci circonda, ha la propria ragione d’essere e di esistere; ogni cosa è stata creata per l’ uomo e i suoi bisogni, che mutano in continuazione, a seconda della realtà in cui si trova.
Il tempo scorre, “... indipendentemente dal fatto che noi lo accettiamo o rifiutiamo...” come dice Mies Van der Rohe, e non ha senso restare ancorati ad una realtà che non esiste più, ignorando tutto quello che succede. Non si vuole cancellare il passato, ma progredire sulla base di ciò che è stato, dagli errori che sono stati commessi, consapevoli che la realtà in cui viviamo non è la stessa di un tempo.
I progressi che sta portando l’informatica all’interno della società sono grandiosi, basti pensare all’evoluzione dell’uomo e delle sue attività con la nascita di internet e di tutti gli apparecchi tecnologici nati negli ultimi anni. Questi involontariamente sono entrati nella vita di ogni persona, diventando quasi una necessità o un bene primario.
Bisogna cominciare a concepire la rete come strumento collaborativo,condividendo informazioni,progetti e sfruttando così a pieno tutte le sue potenzialità.
Sono infatti sorte nuove “comunità virtuali” all’interno del web 2.0,”...termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet, rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente...” http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0, “ e che permettono di relazionarsi con gli altri condividendo e scambiando informazioni.
Nasce così un sistema interattivo dove tutti sono protagonisti, colui che propone qualcosa è allo stesso tempo colui che riceve.
Come afferma Natalino Bonazza “è forse sbagliato parlare di scenari digitali,come qualcosa che ci sta dietro ed è passivo,è il caso di parlare di ambienti,luoghi che riusciamo ad abitare e non ammirare da fuori come qualcosa di estraneo a noi”.
Tutte le informazioni che raccogliamo dalla rete sono esattamente ciò che gli altri hanno messo a nostra disposizione, ciò che vogliono che sia. Per questo come dei “filtri” dobbiamo imparare a organizzare,gestire i dati e rielaborarli in modo critico e intelligente, diventando responsabili non solo di ciò che facciamo circolare,ma anche di ciò che ci colpisce.
La figura dell’architetto e l’ architettura stessa, si è evoluta nel corso degli anni. Sono nati nuovi modi di concepire la realtà odierna,il concetto e i metodi di realizzazione di un edificio. Questo è stato reso possibile da strumenti rivoluzionari come la tecnologia del cad (autocad o archicad), che hanno permesso di esplorare forme nuove, che con il disegno non si potevano raggiungere e ci permettono di entrare all’interno del progetto stesso, per studiarne tutte le potenzialità.
Sulle basi di queste rivoluzioni, che hanno avvicinato l’ architettura alla tecnologia,nasce Green Prefab, una piattaforma collaborativa all’ interno della quale architetti, ingegneri o softwere house possono collaborare e aggiornarsi sulle ultime novità nel campo delle costruzioni. Viene creato così un catalogo con le varie componenti prefabbricate, che vengono messe a disposizione del progettista e dai costruttori, tramite programmi multimediali. Si tratta di un sistema sostenibile in quanto la costruzione viene seguita dal concetto fino allo smantellamento e le caratteristiche di ogni elemento sono chiarite in maniera dettagliata in modo da portare il progettista a piena coscienza di quello che utilizza, evitando così sprechi o impieghi errati.
Architettura e tecnologia si stanno avvicinando sempre di più nell’intento di rendere migliore il mondo in cui viviamo.Se l’ Architettura per Renzo Piano è “L’arte di costruire la città ed i suoi spazi,come le strade,le piazze,i ponti, i giardini. E,dentro la città, i luoghi di incontro.”, la tecnologia non si discosta di molto. Non è solo l’ avanzamento dei mezzi,ma la possibilità di dilatare l’ ambiente di relazioni utili allo scambio di conoscenze.
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