Oggi, nella rivoluzionaria epoca del XXI secolo in cui viviamo, l’argomento più quotato e dibattuto che produce continue diatribe nell’ambito dell’architettura edilizia e urbana, sono i metodi della produzione di elementi architettonici eco-sostenibili e a basso costo. I progettisti dovranno dunque concentrare i propri studi e le proprie attenzioni su scelte architettoniche che andranno ben oltre lo studio delle funzioni dei plurimi e diversificati ambienti che compongono un edificio, incentrando invece le proprie ricerche sul fondamentale argomento dell’eco sostenibilità della struttura presa in considerazione, riferendosi dunque alla produzione, all’uso, alle manutenzioni e alla demolizione dello stabile stesso. Di questi studi, fondamentale dovrà rimanere il basso impatto economico di cui dovrà rispondere il committente.
Considerando che oggi nel mondo delle costruzioni ben il 35% delle risorse impiegate per le costruzioni non sono di tipo rinnovabile, sarà necessario per lo meno tentare di trovare mezzi e modi per ridurre l’inquinamento, gli sprechi e il consumo di queste risorse al minimo indispensabile. Un’azienda su tutte si sta sviluppando nel mondo la “Green Prefab”, fondata dall’architetto Furio Barzon, che si avvale di trasferire processi del settore tecnologico da usare nel mondo delle costruzioni. Una società che inizia a sfruttare le enormi potenzialità della prefabbricazione, inserendo così nel loro sito http://test.greenprefab.com/ elementi costruttivi e relative caratteristiche messi a disposizione di architetti ed ingegneri per la realizzazione dei loro progetti consentendo loro, inoltre, di contribuire allo sviluppo e alla propagazione di questo sito internet. La comunicazione quindi avrà un ruolo molto importante nel futuro degli architetti. Grazie al web 2.0 si potrà interagire e lavorare con una nuova visione concentrata sulla rete. Una tecnologia che permetterà ai dati di diventare indipendenti dal sito in cui vengono creati e che potranno essere condivisi liberamente da tutti, in modi e tempi che nemmeno ci si aspettava.
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