martedì 5 aprile 2011

Elisa Drostici 271551

Già da qualche anno architettura e informatica lavorano a stretto contatto grazie all’invenzione di molti programmi digitali di progettazione e all’uso sempre più frequente di internet, in ogni ambito della nostra vita quotidiana. Basta quindi guardarsi un attimo attorno e risulta subito chiaro che lo scenario per gli architetti d’oggi, ma soprattutto per quelli di domani, è uno SCENARIO DIGITALE, o come preferirebbe dire Natalino Bonazza, un AMBIENTE DIGITALE, perché comunque vissuto da persone. Ma cosa comprende questo scenario/ambiente?

Gli incontri organizzati dal prof. Galluzzo sono stati molti utili per capire quali potrebbero essere le caratteristiche di un futuro scenario, soprattutto l’incontro con Furio Barzon (https://profiles.google.com/furiobarzon#furiobarzon/about, http://www.collaboratorio.com/), che con GREEN PREFAB ha fatto un passo avanti rispetto agli altri. Green Prefab, è una startup ed una piattaforma digitale aperta a tutti, dove architetti, ingegneri, costruttori ed anche committenti di tutto il mondo, possono cercare ed avere informazioni in tempo reale su prodotti e servizi. Il team di Green Prefab cerca i migliori e più interessanti prodotti presenti sul mercato, ne crea un modello digitale e lo mette on-line, gratis; il progettista non deve fare altro che scaricare il file del componente che gli serve e copiarlo nei suoi progetti. Insomma una grande ed importante realtà che si sta sviluppando e che mira a trovare nuove soluzioni, nuovi stili di vita, a dare più prestazioni con più qualità a minor costo. È un nuovo mondo, che sicuramente cambierà il modo di progettare architettura.

Questa piattaforma “collaborativa”, come l’ha definita Barzon, a mio parere ingloba in sè tutte le caratteristiche di uno scenario architettonico futuro:
  • uso di INTERNET, di PROGRAMMI di DISEGNO DIGITALE (come il CAD, REVIT, SKETCH UP, sempre in continua evoluzione) e DIGITALIZZAZIONE di tutto il processo progettuale, che porterà alla DIGITAL PRODUCTION (cioè al controllo di tutto il ciclo di vita dell’edificio) e a un uso sempre più forte della DOMOTICA;
  • sensibilità verso l’ambiente e volontà di creare nuovi dispositivi che salvaguardino il nostro pianeta da un maggior inquinamento, quindi la SOSTENIBILITĂ ("equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie" -Rapporto Brundtland del 1987), ma anche attenzione al rapporto tra edificio ed ambiente, l’architetto deve trovare soluzioni formali e tecnologiche che rendano l’edificio perfettamente inserito nell’ambiente naturale circostante;
  • forte COLLABORAZIONE tra architetti di diversi paesi e anche tra progettisti, costruttori, ingegneri, ecc di tutto il mondo;
  • la PREFABBRICAZIONE dei componenti costruttivi.

Tutto questo renderà il lavoro dell’architetto sempre più “facile”: potrà risparmiare moltissimo tempo ed avere tutti gli strumenti necessari al suo lavoro a disposizione in un computer. Il progettista ha oggi, ma avrà in futuro ancor più, a disposizione molti più spunti e soluzioni. A questo punto però una domanda sorge spontanea a molti: tutto questo può portare a una certa “omologazione” di idee e progetti? Bonazza ha tenuto a sottolineare che il web2.0 ha bisogno di persone che vivano l’ambiente digitale in modo attivo, persone che affermino la superiorità del soggetto, ed è questo ciò di cui ha bisogno anche uno scenario futuro dell’architettura! Bisogna avere la conoscenza di ciò che era e ciò che è l’architettura, bisogna non adagiarsi sulle comodità date dal web e bisogna cercare sempre nuove soluzioni e possibilità. L’architettura diventerà sempre più legata al mondo digitale e per questo avrà sempre più bisogno di architetti attivi perché creino architetture attive e non passive!

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