lunedì 11 aprile 2011

Arianna Tosetto 271706

Forse è un po’ azzardato, ma mi piacerebbe fare un paragone tra un architetto del futuro ed un software open source.
In questi software sono favoriti gli apporti di modifiche da parte di programmatori di tutto il mondo, c’è una collaborazione libera e spontanea ed il prodotto finale risulta di grande complessità. La collaborazione via internet, inoltre, unisce geograficamente, a basso costo e permette il progresso attraverso l’unione della preparazione e delle idee di numerosi programmatori che confluiscono tutte in uno stesso progetto.
La mia idea di “architetti del futuro” è quella di vederli partecipare come "programmatori" in grandi studi con sedi delocalizzate in tutto il mondo ed unite tramite il web: c’è una sede ovunque ci sia un architetto con un computer ed un accesso ad internet.
Immagino ora un progetto come un software open source: l’idea iniziale passa di mano in mano velocemente, da un capo all’altro del pianeta, ricevendo modificazioni da parte di ogni architetto che può apportare le proprie migliorie se necessario.
E’ in questo scenario ideale che si inserisce Green Prefab: una giovane piattaforma dove si cercano di riunire eccellenze nella filiera della costruzione di un edificio ed interlocutori che non si fermino alla scena locale. Il sistema si propone di risolvere problemi dai punti di vista sociale, economico ed ambientale; grandi compiti ma l’atteggiamento è quello giusto: si sfruttano energie rinnovabili, materiali riciclabili ed ecocompatibili, si punta sulla prefabbricazione perché permette controlli e prevedibilità per quanto riguarda costi, qualità e prestazioni ed infine perché si vogliono creare nuove forme in risposta a nuovi stili di vita.
La collaborazione e l’apporto di nuove idee (progetti degli architetti e nuovi materiali ed elementi prefabbricati dalle aziende per esempio) da tutte le parti di questa “filiera” ed il suo allargamento è il meccanismo stesso che fa vivere questo network, facendolo risultare così un ambiente sempre aggiornato, che poi è il contesto in cui lavora un architetto, ossia sempre al corrente delle novità tecnologiche e possibilmente il più informato possibile per poter prevedere ogni caratteristica del suo edificio.
Perciò considero Green Prefab come “tecnologia dell’informazione” che ambiziosamente potrebbe rispondere alle necessità globali ed alle necessità dell'architetto del futuro.
Fonti: appunti dalle lezioni, greenprefab, open source su Wikipedia

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