martedì 12 aprile 2011

DEBORA BILLO 271126

Alla figura professionale dell’architetto viene spesso attribuito come unico scopo quello dell’organizzazione dello spazio e quindi della progettazione o riqualificazione di un immobile e/o di un ambiente. Tuttavia tale definizione risulta alquanto limitativa, poiché la sfera d’azione di questo attore influisce in modo incisivo su molti altri aspetti della vita.


In generale i tre scenari principali su cui un architetto opera sono l’ambiente, la società e il mercato.


Iniziando da uno studio approfondito dell’ambiente è impressionante recepire che il settore delle costruzioni consumi il 35% delle risorse non rinnovabili del pianeta. Una situazione devastante per e non più accettabile. Di conseguenza nasce la necessità per l’architetto di confrontarsi con nuove soluzioni a basso impatto ambientale, come l’uso di energie rinnovabili e di materiali riciclati e/o riciclabili, naturali o artificiali. Negli ultimi anni si è quindi cercato di incentivare e promuovere nuove soluzioni abitative ad impatto zero che però si sono scontrate con un mercato rigido e conservatore. Questa chiusura conduce a notevoli squilibri che non agevolano l’economia mondiale, creando disagi ad una fascia sempre maggiore di popolazione alla quale non viene garantita la possibilità di investimenti immobiliari. Un punto di forza è rappresentato dalla produzione in serie: trasferendo la maggior parte dei processi costruttivi in fabbrica e riservando al cantiere prevalentemente l’attività di assemblaggio, si abbasserebbero notevolmente i costi confermando un’alta qualità del prodotto. Sono pochi i Paesi che hanno investito risorse in nuove tecnologie e materiali, primo tra tutti è la Cina seguita dagli Stati Uniti e successivamente dall’Europa del nord. Questi mercati sono giunti ad un punto di svolta trasmettendo innovazioni tecnologiche di diversi settori al campo delle costruzioni. Tutto ciò porterà ad un rapido mutamento dello stile di vita dell’uomo: si prevede che nel 2050 il 75% della popolazione mondiale vivrà in metropoli, ossia città con più di un milione di abitanti. Si sposta quindi l’attenzione dello spazio vivibile in centri ad alta densità dove varie etnie sono a stretto contatto, costrette al quotidiano confronto.


Ne deriva che la figura dell’architetto deve essere in grado di controllare tutti questi scenari, impegnandosi per ottenere costruzioni ecologicamente sostenibili dalle massime prestazioni, ma dai minimi costi, rispettando le esigenze di una nuova società.


Rivoluzioni quali il web 2.0, programmi cad e “master model” corrono in suo aiuto, agevolando la trasmissione del proprio lavoro agli altri attori del ciclo di vita di un edificio, semplificando e rendendo più efficiente la collaborazione.


Grazie al mondo dell’informatica vengono così a crearsi nuove opportunità lavorative, si sviluppano e si diffondono nuove idee, e l’architetto assume il ruolo di un protagonista che si muove in modo agile e sicuro tra i molteplici contesti innovativi.

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