martedì 12 aprile 2011

Luca Desolei 269213

L’attività del costruire, sin dagli albori del genere umano, è stata un impiego necessario, nonché espressione di tecniche, culture e stili di vita di popoli ed epoche differenti.
La storia dell’architettura ha visto la nascita di molteplici tipologie e tecnologie costruttive che hanno saputo evolversi con il progresso della tecnica o l’impiego di nuovi materiali o mantenersi come modelli inalterati fino ai giorni nostri, al fine di soddisfare dei requisiti richiesti.
Solo nell’ultimo secolo i principali eventi su larga scala, quali i conflitti mondiali e il boom economico del dopoguerra, hanno mutato le condizioni socioeconomiche della popolazione e parallelamente anche le richieste di abitazioni e l’edilizia in generale si sono mosse in differenti direzioni. Al termine della seconda guerra mondiale, in un’Europa devastata, la richiesta di alloggi era prettamente quantitativa, mentre a partire dagli anni settanta, con le migliorate condizioni di vita, ci si è orientati a rispondere prevalentemente ad una domanda qualitativa. Negli ultimi anni ci si preoccupa anche del fattore ambientale, e oltre alle spese necessarie all’edificazione del manufatto si tengono in considerazione anche i costi relativi alla sua gestione termica e più in generale funzionale. E’ una visione del progetto ben più lungimirante e attenta all’impatto ambientale oltre che improntata a rispondere pienamente alle richieste di benessere e gestione economica dell’utenza.
Allo stesso modo anche la tecnica di rappresentazione architettonica si è evoluta per restare al passo con i tempi.
Da qui nasce la necessità dell’impiego di tecniche di disegno architettonico in grado di rappresentare nella maniera più adeguata possibile il progetto, anche in relazione a funzioni prestazionali e strutturali.
Ecco che quindi il disegno digitale si offre perfettamente a tale impiego, garantendo caratteristiche di qualità grafica difficilmente ottenibili con il disegno manuale, oltre che di condivisione del progetto in rete, possibilità di rimaneggiamento, effettuazione di test e calcoli strutturali, nonché possibilità di effettuare preventivi di costi e prestazioni energetiche ponderate.
Proprio dalle potenzialità che offre quello strumento di comunicazione istantanea e globale che è la rete, nasce la community “Green Prefab”, diretta dall’architetto Furio Barzon.
Questa community, con sede a Mestre (VE), raccoglie attorno a sé circa 18.000 architetti si propone di mettere in relazione architetti, committenti, ingegneri e ditte di prefabbricazione, con l’intenzione di promulgare la collaborazione tra le varie figure, annullando le distanze che intercorrono tra di esse e riducendo costi e impatto ambientale, attraverso l’impiego di elementi prefabbricati, estrapolati (su scelta dell’architetto o della committenza) a partire dal Master Model presente in rete.
Green Prefab fa uso del sistema IFC (Industry Foundation Classes), che permette di avere un prodotto digitale molto accurato a totale disposizione delle persone coinvolte, le quali possono modificare direttamente il progetto attraverso i relativi software.
La possibilità di condividere il proprio lavoro sul web, permette un continuo confronto reciproco, utile ai fini progettuali, e la consultazione delle più recenti innovazioni tecniche e tendenze architettoniche; si favorisce inoltre l'interdisciplinarità e la collaborazione tra vari settori.

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