domenica 10 aprile 2011

Priscilla De Marchi 271763

Parlare di scenari del futuro per un architetto oggi può risultare ostico ma non impossibile. Come tutti ben sappiamo infatti ci troviamo ormai da anni all’interno di una grave crisi internazionale che vede in grave difficoltà il mercato delle costruzioni e, per quanto riguarda la ripresa per i mercati europei ed italiani, è prevista ancora una sostanziale stabilità. La crisi economica non è l’unico step da superare, siamo nel XXI secolo e le cose stanno cambiando, le persone sono cambiate, i mood della vita sono cambiati. Nelle persone inizia a risvegliarsi una coscienza ecologica e l’architettura, da sempre specchio della società, deve rispondere a questi cambiamenti, alle necessità dei nuovi stili di vita. C’è quindi ora la necessità di progettare un’architettura eco-sostenibile, eco-compatibile, naturale, di qualità ed al contempo di aumentare le prestazioni tecnologiche il tutto a costi contenuti. Argomento questo trattato dall’architetto F. Barzon, titolare della ditta Collaboratorio (Green Prefab), durante la lezione tenuta allo IUAV, il quale ha sottolineato che attualmente gli edifici sono costruiti con il 35% di prodotti non rinnovabili, e che per il futuro ci sono due strade da seguire: l’uso di materiali riciclabili e materiali artificiali ma ecocompatibili, e la riduzione dei costi, processo realizzabile grazie alla standardizzazione di elementi costruttivi. Per quanto riguarda il settore delle energie rinnovabili, quanto detto sopra trova conferma se si considera l’impennata che ha avuto l’installazione del fotovoltaico in Italia, tanto da stimare un aumento del volume d’affari delle aziende italiane di almeno il 162% in un anno (fonte Wired italia). Importante per l’edilizia è il ritorno crescente del riutilizzo del legno, materiale rinnovabile per eccellenza, altresì importante è, come detto sempre dall’architetto Barzon, riciclare materiali; un esempio possono essere i conglomerati cementizi isolanti con plastiche riciclate, queste ultime derivanti da imballaggi post consumo trasformati, tramite un processo produttivo certificato, in scaglie polimeriche da aggiungere al legante del calcestruzzo (fonte casaeclima). Quanto detto in precedenza trova quindi un collegamento, c’è infatti bisogno di innovazione e di qualità a costi contenuti per cercare di uscire dalla crisi che ci ha colpito, e per questo molte aziende infatti si stanno strutturando. Importante innovazione per il futuro delle tecnologie e quindi per la professione dell’architetto è l’esplosione del web 2.0 e dei social network, strumenti indispensabili per una nuova strategia di comunicazione. Grazie infatti a questi strumenti gli utenti non sono più semplici fruitori della rete ma possono produrre informazioni e, nel caso di aziende influenzarne le scelte di produzione. Le potenzialità di questo strumento sono molteplici per tutti e, nello specifico, per quanto riguarda la figura dell’architetto, siti come ad esempio MIMOA, Europa concorsi o Linked in possono essere una importante vetrina per i lavori dei professionisti, visibili da possibili clienti, utili per chi cerca o offre lavoro, per contattare chi vi è inserito e comunicare, per ricercare informazioni provenienti dallo scenario architettonico internazionale. Tema questo che ci riporta alla lezione tenuta allo IUAV dal professor Natalino Bonazza che ha appunto discusso del “web 2.0”, con protagonisti i social network , strumenti che creano comunità virtuali dove una molteplicità di persone interagisce e che individua il concetto di cultura digitale quale risorsa per creare cultura e disponibilità di tempo. Sottolinea però allo stesso tempo la necessità di vedere con criticità il web 2.0, indicando come elemento debole l’”autorialità” per quanto vi possiamo trovare; proprio per questo, per la capacità di influenzare di questo strumento e per il suo raggio d’azione, bisogna sempre essere coscienti nei riguardi di quanto vi è contenuto e per quanto si comunica.

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